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Arrivati a destinazione i militari trovano un edificio fatiscente eretto nel bel mezzo del nulla paludoso, vedono le tombe di chi è arrivato in quell'area ma non ne è mai uscito (compreso un cimitero di militari francesi) ma soprattutto scoprono che uno dei militari con loro in missione misteriosamente sparito appena arrivati alla suddetta costruzione, faceva parte del plotone sparito 6 mesi prima.
E questo è solo l'inizio.
R-point più che puntare sull'orrore tout court ed elargire sobbalzi sulla poltrona preferisce concentrarsi sulla suspense e sull'atmosfera paranoica che riesce ad evocare anche grazie al senso di isolamento che la location garantisce da subito.
Un plotone tagliato fuori dal resto del mondo e impossibilitato a comunicare è già un ottimo punto di partenza per evocare angoscia e disagio.
L'esordio alla regia di Su chang Kong che ritornerà 4 anni dopo con l'inquietante GP 506 (di cui abbiamo parlato qui) che ha molti tratti in comune con questo film, è un'opera ibrida che sfrutta al meglio l'ambientazione militare. La location scelta nel suo abbandono regala brividi e così le strane apparizioni che si che si susseguono.
Il regista è bravo a tenere sempre coperto il suo gioco in un film che per dare dei riferimenti di grana grossa si situa idealmente tra ( SPOILER SPOILER SPOILER ) pellicole horror di culto come Il tocco del male ( o L'alieno ) o capolavori come La Cosa di Carpenter( le soggettive nel finale sono molto carpenteriane ) e il J horror giapponese tradizionale per l'apparizione della solita ragazza biancovestita con capelli nero corvino che le contornano il bel volto.
Fortunatamente questa ultima componente è ridotta al lumicino.FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER.
R-point è corroborato anche da ottime prove attoriali che rendono bene la paranoia che aumenta piano piano fino a deflagrare improvvisamente.
Eppure l'unico che rimane sempre lucido è il tenente Choi, il classico eroe tutto di un pezzo da cinema americano con degli scheletri grossi così nell'armadio, che, anche se volesse, non riuscirebbe ad aver paura di niente.
Un po' come il Chuck Norris dei bei tempi insomma, ma molto più espressivo e in qualche modo consapevole del proprio destino.
Il pregio maggiore di R point è che non vola alto con sottotesti anti guerra o messaggi politici che lo avrebbero reso inutilmente didascalico e pedante.
E' un film orgogliosamente immerso totalmente nelle logiche del genere, tra thriller e horror.
Per passare 100 minuti abbondanti a rabbrividire piacevolmente.
( VOTO : 7 / 10 )
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