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rabarbaro

Creato il 14 luglio 2011 da Giardinaggio @Giardinaggionet

Cos’è


rabarbaro2Il rabarbaro è una pianta erbacea perenne diffusa in Asia e in Europa. E’ originaria della Cina e del Tibet le cui popolazioni la conoscevano e usavano già 2700 anni prima di Cristo. L’introduzione in Europa avvenne solo successivamente con la colonizzazione degli inglesi. Il nome rabarbaro, infatti, vuol dire “radice barbara” perché non veniva consumato nel mondo occidentale. Il rabarbaro appartiene al genere Rheum e alla famiglia delle Polygoniaceae. Si presenta con foglie di grandi dimensioni raggruppate in una rosa alla base, di colore verde intenso e in alcune varietà, rossastro e con fiori a sei petali di colore giallo, verde o rosso. I frutti sono delle noci dette trigone, cioè composte da un calice e tre membrane o ali. Il fusto di questa pianta può raggiungere anche i due metri di altezza. Questa pianta predilige i climi temperati. La coltivazione va fatta in autunno o novembre dicembre nei climi temperati, a fine inverno in quelli freddi. La raccolta va eseguita a partire dal secondo anno per quanto riguarda le radici, mentre dal primo per quanto riguarda le foglie. Il rabarbaro si può coltivare nell’orto come pianta ornamentale e matura nello stesso periodo delle fragole. Lo si trova facilmente in primavera, nel mese di aprile. I fiori maturano in estate, quando si aprono le pannocchie che li contengono. Esistono diverse varietà di rabarbaro. Tra le più comuni ricordiamo il Rheum palmatum o Rheum officinale, conosciuto come rabarbaro cinese a cui vengono attribuite proprietà officinali, il Rheum undulatum e il Rheum rhabarbarum. Quello maggiormente usato in fitoterapia è proprio il rabarbaro cinese. Le parti usate della pianta sono le radici o rizoma e la parte picciolata ( coste) delle foglie. Queste ultime sono tossiche.

Proprietà


rabarbaro1 Le proprietà del rabarbaro non riguardano solo la fitoterapia, ma anche il settore dell’industria alimentare. Le coste fogliari vengono usate per aromatizzare i cibi. Bisogna fare attenzione a che non siano presenti foglie, perché tossiche. Con i gambi di rabarbaro si possono fare anche delle marmellate. Questa pianta è usata anche per aromatizzare aperitivi e amari e creare anche liquori. Le vere proprietà officinali, però, risiedono nel rizoma del rabarbaro che contiene importanti principi attivi, come la reina. Questa sostanza ha proprietà digestive perché a basse dosi stimola la secrezione gastrica e biliare. Questa sostanza viene anche usata per combattere la stipsi, in quanto la stimolazione della secrezione dell’intestino ne favorisce anche la motilità, procurando un effetto lassativo. Gli estratti di radice di rabarbaro, però, non vanno assunti in quantità eccessive, perché irritando troppo la parete intestinale possono provocare diarrea. Ecco perché questa pianta è sconsigliata a chi soffre di ulcere e coliti. L’altro principio attivo sono i tannini che hanno effetto astringente in caso di dissenteria e antisettico in caso di infezioni intestinali. I gambi del rabarbaro crudo contengono anche potassio, vitamica C e polifenoli che secondo alcuni studi potenzierebbero il loro effetto antiossidante se consumati cotti al forno, invece che crudi. Per l’alto contenuto di ossalati si sconsiglia il consumo di rabarbaro in chi soffre di gotta e problemi renali.

Come si usa


Il rabarbaro può essere usato per diversi scopi: alimentari, estetici e officinali. Per quanto riguarda l’uso estetico, questa pianta, anzi gli estratti di questa pianta, vengono usati per preparare delle lozioni riflessanti dei capelli. La lozione si prepara da pezzi di rabarbaro sia freschi che essiccati. Si fanno macerare per una settimana nel vino bianco e si filtrano. La lozione ottenuta si dovrà passare sui capelli alla fine del lavaggio. Applicando questa sostanza si dovrebbe ottenere un riflesso rossastro. Il rabarbaro viene usato anche come antiparassitario per alcune piante. Si è visto che interrando alcune parti di rabarbaro nel terreno dove si coltivano cavoli e verze si allontana un parassita che provoca la cosiddetta “ernia del cavolo” una malattia che porta alla morte della pianta. Come rimedio erboristico per via sistemica, il rabarbaro si usa sotto forma di infuso, tisana o decotto. Per ottenere un infuso dalle proprietà digestive e benefiche per il fegato servono 100 grammi di acqua bollente , sei grammi di gambi e radici di rabarbaro essiccati e polverizzati e due grammi di bicarbonato di sodio. Dopo aver agitato e filtrato l’infuso, si aggiunge acqua fredda fino a ottenere un litro di soluzione. La dose consigliata sarebbe di due cucchiai di infuso prima dei pasti per combattere l’inappetenza e stimolare la funzionalità epatica. In ogni caso la dose va sempre prescritta da un medico, lasciando perdere i consigli tramandati solo per pura tradizione. Per il decotto ( 2 grammi di droga e 150 ml di acqua) la dose consigliata è una tazza la sera prima di coricarsi. Il rabarbaro viene anche usato per produrre cosmetici e prodotti per il corpo. Con i fiori di questa pianta si producono profumi, bagnoschiuma e creme. Il rabarbaro si commercializza anche in polvere e in forma di capsule contenenti estratto secco. La dose consigliata di estratto secco è di 10, 50 mg per un effetto digestivo e di 150, 200 mg per un effetto lassativo. Gli erboristi consigliano una capsula da 400 mg in un ‘unica somministrazione, la sera, prima di andare a dormire. Il rabarbaro se usato da solo potrebbe provocare dolori intestinali , per questo viene associato a miscele di altre piante come camomilla, finocchio, menta e liquirizia.

Costi dei prodotti


I gambi di rabarbaro si possono trovare nei negozi specializzati di prodotti biologici, dove si può comprare anche la marmellata. I prodotti per il corpo a base di rabarbaro si trovano anche nei siti di e-commerce. Le forme “farmaceutiche” si comprano in erboristeria, farmacia e parafarmacia. Una confettura da 320 grammi di rabarbaro costa poco circa 5 euro. Una confezione da 60 capsule di estratto secco di rabarbaro costa circa 8 euro. I prodotti per il corpo vanno da un minimo di sei euro ( bagno doccia) a un massimo d i 20 euro per profumi e creme.

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