Raccogliere
e valorizzare, non scartare e rifiutare: raccogliere tutto, anche
quello che sembra inutile, anche quello che viene detto sottovoce,
anche quello che viene subito dopo negato. E valorizzarlo, renderlo
importante, interessante, unico, vitale, considerare ogni parola come
espressiva di esperienza, vissuti e valori, e per il tramite di
questa parola ognuno diventa degno di essere ascoltato e ammirato,
elogiato. Nessuno scarto di parola, nessun rifiuto di persona.
Il
percorso della raccolta, che contiene l'ascolto e il conservare, il
contenere e il valorizzare, segna l'importanza dei fatti narrati e
l'unicità dei vissuti personali, spezza l'angoscia della solitudine
e sottolinea il valore dell'attenzione all'individuo, ai suoi
prodotti, alle sue parole. Nel fare questo l'educatore nota i
particolari, evidenzia quello che è nascosto, e si superano
timidezze e vergogne, si accelera il protagonismo, si manifesta il
piacere di declinare i verbi alla prima persona.