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“Raccontare come stanno le cose vuol dire non subirle”

Creato il 03 marzo 2011 da Pupidizuccaro

vieni via con meRoberto Saviano non ha bisogno di presentazioni. Il suo bestseller internazionale Gomorra, è stato tradotto in più di cinquanta Paesi ed ha venduto dieci milioni di copie in Italia e nel mondo. Dall’ottobre 2006 vive sotto scorta a causa delle minacce di morte del clan dei casalesi.
Adesso, dopo alcune pubblicazioni con Mondadori, si ripresenta ai suoi lettori con Vieni via con meedito, questa volta, da Feltrinelli. Otto capitoli, otto storie, ed un ritratto unico dell’Italia.

Vieni via con me il libro, è in qualche modo il seguito dell’evento televisivo dell’anno: raccoglie e amplia i monologhi presentati nella trasmissione omonima ideata e condotta insieme a Fabio Fazio, Ascolti da record, un evento più seguita delle partite di Champions League e dei reality show.

Durante il primo di un ciclo di incontri in libreria, alla Feltrinelli di piazza Piemonte a Milano, mi sono accorto di avere davanti a me un ragazzo come tanti, ma che come pochi è riuscito a “sparare a raffica” contro la “macchina del fango”, come la chiama lui.
E’ proprio grazie alla scrittura, alla parola, alla voglia di cambiare quello che di più sporco, vigliacco e malavitoso esiste nel nostro Paese.

I racconti, le idee, gli elenchi del suo nuovo libro sono stati partoriti, infatti, “al suono di motori ingolfati da aggiustare, getti d’acqua per raschiare grasso ed olio, e d’aria per gonfiare pneumatici”. La redazione, racconta lo stesso Saviano, “era in un autolavaggio, al primo piano di un’officina milanese dove per motivi di sicurezza eravamo rinchiusi”. 

“Raccontare come stanno le cose vuol dire non subirle” sostiene Roberto. Ed è per questo che ogni giorno continua il suo lavoro fatto di coraggio, determinazione e denuncia. Non poco per chi dall’età di ventisei anni vive con l’incubo fisso di esser fatto fuori. Per chi non può più andare al cinema liberamente o fare una passeggiata con un amico.

Con “Vieni via con me”  l’autore continua nel suo intento di ferire pesantemente alcune metodologie della politica che, insieme a certi atteggiamenti comportamentali figli di una parte della società troppo spesso inquinata, non ci fanno “crescere” come dovremmo. Scava, poi, dentro vecchie e nuove ferite che affliggono la nostra penisola: il mancato riconoscimento del valore dell’Unità nazionale, il subdolo meccanismo della macchina del fango, l’espansione della criminalità organizzata al nord, l’infinita emergenza rifiuti a Napoli, le troppe tragedie annunciate.

Accanto alla denuncia c’è anche il racconto “commosso ed ammirato” di vite vissute con onestà e coraggio, come la sfida senz’armi di don Giacomo Panizza che dal Nord si trasferisce al Sud, si appassiona ai temi sociali e sfida l’ndrangheta calabrese.

Curiosa e simpatica è la lista che lo scrittore antimafia abbozza a pagina 29: l’elenco dei motivi per cui vale la pena vivere. Tra i dieci punti risaltano: la mozzarella di bufala aversana, il goal di Maradona del 2 a 0 contro l’Inghilterra ai mondiali di Mexico 86 e Bill Evans che suona Love theme from “Spartacus”. Un elenco semplice a testimonianza di una certa voglia di normalità non più scontata.

Il libro di Roberto Saviano è di facile comprensione e la lettura scorre rapida.
Non leggerlo sarebbe un peccato. Ringraziamo Roberto per quello che fa. Anche per noi. (Rogero Fiorentino)

 


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