Warren Schmidt (il sempre indimenticabile Jack Nicholson) è un uomo solo, che fa i conti con il suo essere estraneo alla vita che ha sempre condotto tanto quanto a quella che condurrà la figlia con i parenti acquisiti (tra cui la sciatta Roberta, interpretata, come sempre, al meglio da Kathy Bates). Warren non vuol essere compatito, ma capito, amato e, nei limiti di una dubbia o parziale autoconsapevolezza, amato. Arrangia la sua vita, le piccolezze del suo quotidiano, come può, dopo aver vissuto per quarantadue anni accanto a una moglie che credeva di non amare più.About Schmidt è, sì, una reda dei conti, ma non ha il sapore amaro dell'ultima chance. Non c'è soluzione di continuità, le prove si susseguono l'una all'altra e la più importante è il domani, superarsi; e non c'è soluzione di continuità tra la terra e il cielo: che Warren creda o no, legge il cielo come una risposta, una risposta importante su di sé e su quello che sono stati gli anni più lunghi e significativi della sua vita.
A proposito di Schmidt insiste su questa linea tracciata lungo tutta una vita, dove le stagioni si susseguono e portano, un po' troppo in fretta, a ciò che siamo. Riconoscersi Schmidt e riconoscersi felice è un'altra cosa. Ma è così che Warren prova a raccontarsi, con un po' di licenza poetica.






