Nei capitoli precedenti:
Racconto di luglio – part. 1
Racconto di luglio – part. 2
Racconto di luglio – part. 3
“Sto arrivando” Melì riattacca, lancia un sorriso a Romina accompagnato da un complice sguardo che aveva l’aria di conoscere da una vita, e va via con un “io scappo, ci sentiamo questa sera” un altro sorriso, chiude l’ascensore, apre il portone, la macchina, la portiera, il motore, e poi sterza, prima, seconda, terza, quarta, gira l’angolo, parcheggia, ancora un’altra manovra, spegne l’auto. “Ok, un profondo respiro!” e apre il portone di casa, sale la prima rampa di scale – due a due – prende le chiavi, arrivata!, spalanca la porta e…
“Marco!?”
“Melì…”
Clara sbuca dalla camera da letto, con l’aria ancora frastornata dall’arrivo di Marco, siede accanto al tavolo “Venite! Sedetevi, era da tanto che aspettavo questo momento.”
Melì e Marco si stanno scambiando sguardi, ripetuti, uguali, forse lo stesso sguardo da quando si son visti. Uno sguardo infinito che Melì non tiene dall’emozione. Le loro mani cercano, i loro corpi scrutano, le loro bocche ansimano: lei per la corsa, lui per qualcos’altro.
Finalmente Melì si decide a parlare con un semplice “Bentornato!” dentro cui sembra entrarci tutta una storia, un’attesa, una rabbia.
Marco distoglie lo sguardo, tira una sedia dal tavolo e si siede, Melì fa lo stesso. Si guardano un’altra volta in silenzio, finché Marco si decide a raccontare del suo arrivo, come a nascondere tutto quello che in realtà aveva voglia di dire.
“Sono arrivato questa mattina in aereoporto, ho preso un taxi ed eccomi qua. Clara era sola in casa così le detto di chiamarti. Pensavo di trovarti in casa.”
Con risentimento Melì butta giù la sua spiegazione “Ero a casa di Romina.”
“Ah capisco. Non è cambiato proprio niente da quando…” Melì riaggancia un “…sì, proprio così” frettoloso, mentre Marco annuisce.
“Un caffè?”
“Grazie Clara” – risponde Melì – “è proprio quello che serve.” e si porta dalla sedia al divano, raggiunta da Marco che le siede particolarmente vicino. Melì prende un libro dal tavolino di fianco, e glielo mostra “Guarda! L’ho detto dieci volte, poi ho smesso…di crederci.” lo guarda dritta agli occhi, intensamente, con forza, come a cercare in lui la comprensione. “Capisco Melì” esita.
“Non sai dire altro?” risponde Melì. Poi si alza dal divano e infastidita sparisce lungo il corridoio.
“Ha bisogno di tempo.” giustifica Clara.