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Racconto: Il garibaldino (V parte)

Creato il 21 febbraio 2011 da Spaziokultura
I borboni tiravano il prigioniero con la rabbia di chi deve eliminare il pericolo e forse avrebbero voluto affrettare i tempi. Temevano i soliti attacchi dei briganti che intervenivano ogni qualvolta un loro uomo veniva catturato, ma avevano timore anche dell'Eroe dei due mondi che aveva conquistato la Sicilia e adesso avrebbe attraversato lo Stretto. Nicola si sentiva parte dei mille o comunque avvertiva l'obbligo di aiutare il prigioniero!Le guardie erano tre e dunque avevano una superiorità numerica che impediva qualsiasi corpo a corpo. Il giovane però si era talmente calato nella parte che non ebbe alcuna difficoltà ad escogitare un piano. Fece in modo di far cadere dei grossi rami sulla strada così che impedisse loro di continuare il cammino. Due guardie allora, trovandosi di fornte quell'impedimento, cercarono di spostarlo. Un'altra guardia invece un poco più in disparte vigilava sul prigioniero. Era quello il momento di agire, ma con molta attenzione perchè se gli altri se ne fossero accorti sarebbe stata la fine. Nicola strisciò lentamente fino quasi al prigioniero: girò lungo un albero e con un ramo colpì alla testa con tutta la sua forza il malcapitato.
Il prigioniero capì subito quello che era successo e non fece accenno a ringraziamenti di alcun genere. C'erano ancora infatti le altre guardie che quando avrebbero visto il loro compagno avrebbero richiamato altre truppe. Non c'era un momento da perdere. Nicola e il prigioniero con un rapido cenno d'intesa si diressero verso i borboni ancora intenti a spostare i rami. Come furono alla loro altezza si scaraventarono contro di loro impedendogli ogni forma di reazione. Li presero alle spalle non concedendogli il tempo di capire. Quando compresero era ormai tardi. Li legarono e li imbavagliarono e soprattutto rubarono le loro uniformi. Il prigioniero infatti aveva suggerito quella mossa ritenendo che quell'uniforme era il pass perfetto per passare inosservati. Velocemente ripresero la strada senza però più sapere in quale direzione. L'unica cosa certa era che avrebbero dovuto allontanarsi il più possibile da quel luogo. Presto sarebbero arrivati altri borboni e non avrebbero avuto scampo.

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