Liliana Adamo da Luxuryonline.
A proposito di Rio de Janeiro: dalla cascata artificiale alle case galleggianti a energia solare, il progetto Inhabitat vuole ridisegnare l’ambiente urbano a cominciare dalla metropoli brasiliana.
Eludendo il linguaggio tecnico, un occhio superficiale sosterrebbe che il team di progettisti elvetici che fa capo a “RAFAA, Architecture&Design”, ha una bella fantasia. Piuttosto, guardando gli ultimi lavori del gruppo, un interrogativo sorge spontaneo: utopistici? Forse, ma in ogni caso, geniali.
Spesso, le buone idee nascono dalle frustrazioni. Primo segnale d’insofferenza per il gruppo RAFAA, è vedere in giro tanto design, molto stile e poca sostanza: contemporaneità, classicismo, estetica progressista, materialista, visionaria, nulla che realmente approfondisca e vada di là di un movimento che ha inizio ai principi del 20esimo secolo. Secondo RAFAA, bisognerebbe misurarsi alle reali esigenze costruttive dell’oggi, oltre l’estetica e la moda, ideare edifici e oggetti che sappiano cogliere il gusto “popolare” e la tradizione; un design che incontri il senso in cui vogliamo indirizzare le nostre vite, funzionalmente orientato alla tecnologia e alla difesa dell’ambiente.
Per ciò che concerne l’architettura “green”, anche per questo settore emergente il gruppo si dimostra scettico. La sostenibilità non necessariamente è comprovata dal buon design alla moda o dai colori, stili e tendenze, ma dovrebbe limitarsi agli aspetti fondamentali delle sue competenze: all’utenza, quindi al servizio per il quale l’oggetto è destinato, all’esperienza, al contesto sociale, all’effetto sull’ambiente circostante.
“Inhabitat” è, dunque, un modello votato al futuro del design, segue le innovazioni tecnologiche, di pratica e materiali, in cui stile e sostanza sono elementi di reciprocità, spingendo l’architettura a diventare in toto modus “pensante”, fattibile e sostenibile.
Sono tanti i prototipi di concretezza e funzionalità; esempi come la “Green School Showcases Bamboo”, cittadella universitaria a Bali, in Indonesia, progettata e costruita con un materiale incredibilmente versatile, il bambù e alimentata con sistemi d’energia rinnovabile (progetto candidato al premio Aga Khan per i suoi meriti d’economicità, bellezza e sostenibilità); il “Costanera Center” a Santiago del Cile, la cui inaugurazione è prevista nel 2012, per quattro edifici ad altezza variabile, ma già previsti come i più alti nel paese sudamericano, adibiti a centro commerciale, con certificazione LEED, utilizzando varie strategie del cosiddetto design sostenibile; non manca l’Italia, con il suo “Castle in the Sky”, a Latina, disegno avveniristico nella sua aura “celestiale”, che comprende una torre per la raccolta d’acqua piovana, riutilizzabile in forma di vapore e un’area pubblica con giardini.
Gli ultimi progetti firmati RAFAA, coinvolgono due elementi preziosissimi: acqua e fonti energetiche. Ecco allora, “The Last Resort, Floating Home”, case galleggianti destinate al turismo e “Solar City Tower for Rio”, sorprendente cascata artificiale creata per le Olimpiadi 2016, di Rio de Janeiro.
Le case galleggianti mobili, alimentate a energia solare e dotate d’ogni comfort, saranno una realtà entro la fine dell’anno. Come RAFAA sostiene, vivere sull’acqua è un po’ il sogno di molti: immaginate una futuristica cellula abitativa, disposta su due livelli, lunghezza media, quindici metri e larghezza, cinque, con due stanze da letto, un ampio salotto, cucina e bagno. Le ampie vetrate si oscurano con un sistema automatizzato, per consentire il riposo e per la privacy, mentre il tetto, con pannelli solari integrati, è accessibile tramite una scala e si trasforma in un’attrezzatissima terrazza panoramica.
Nel concorso “International Architecture Competition”, indetto per le grandi opere in occasione dei giochi olimpici di Rio, il progetto “Solar City Tower”, rispettando l’ambiente, coniuga simbolicamente la bellezza incontaminata della natura brasiliana con le ultime, strabilianti tecnologie per l’eco sostenibilità. Pannelli solari alimentano le pompe che trasportano acqua dal mare, spingendola alle turbine per generare energia e irradiare luce notturna, mentre ricade il flusso d’acqua verso il basso, esaltando l’immagine onirica delle forze naturali. Un monumento imponente e innovativo, che potrebbe essere costruito su una delle isole della Guanabrara Bay.