Va bene, confesso, commissario. Non ho visto TUTTI i precedenti film di Peter ”nuovazelanda” Jackson. Soprattutto non i primi arrabiatissimi e pare spiritosi splatter. I mattoni, quelli li ho intravisti sonnecchioso,
Del Signore degli Anelli ho visto il primo: ma avevo già letto tutto il libro e pure lo Hobbit (il prequel) in tempi non sospetti (ah sì, conosco anche quasi a memoria il cartone di Bashki, che non è mica male) e avevo deciso “Tolkein pfui” più o meno dalle parti del Silmarillion. Ci sono autori di Fantasy più stimolanti e meno iettatori, anche se mi rendo conto che per i veri credenti (ne ho visti un bel po’ la scorsa settimana a Parma Fantasy: attenzione a non confondere i Tolkieniani duri con i Cosplay. Possono diventare cattivi e tirarti una freccia elfica o una martellata hobbica). King Kong non l’avevo visto più che altro perché mio figlio, impallinato del genere e del regista, ha fatto sparire il Dvd appena arrivato a casa. Alla stessa maniera anche il libro di Amabili resti, “evaporato” appena entrato in casa.
Dunque non ho parametri precisi per paragonare quello che ho visto con qesto film, ovviamente ancora una volta fortemente sponsorizzato da mio figlio, che ha la stessa età della protagonista Saoirse Ronan, Teen star americana dal nome irlandese. E la ragazzina è veramente bella e brava, di forte presenza scenica. Avrei giurato che mio figlio, appunto, ci avrebbe dato di matto. Niente da fare, è l’unica cosa che non gli è piaciuta del film.
Film invece che per un adulto risulta un polpettone difficile da digerire