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Ragione o sentimento

Creato il 21 gennaio 2014 da Ilnazionale @ilNazionale

jorginho_21 GENNAIO – Al termine di una settimana convulsa e complicata, venerdì 17 gennaio – che strano il destino – il Verona ha ceduto Jorginho al Napoli. Molti tifosi hanno sperato fino all’ultimo che questo non succedesse, ma alla fine il gioiellino di casa nostra ha lasciato la maglia gialloblù per indossare quella partenopea. In situazioni come questa è giusto che prevalga la ragione – o per meglio dire il business – sul sentimento ? O sarebbe meglio, invece, che a prevalere siano le ragioni del cuore? Domande probabilmente alle quali sarà sempre difficile dare una risposta. Qualche chiave di lettura la possiamo comunque trovare. Sgomberiamo prima di tutto il campo da qualsiasi dubbio perché deve essere chiaro a tutti che comunque a giugno Jorginho sarebbe stato ceduto, senza se e senza ma. L’unica incognita sarebbe stata la futura destinazione, perché visto il ricco numero di pretendenti sia in Italia – Fiorentina, Milan e lo stesso Napoli – che all’estero – Liverpool, Arsenal, Zenit – la storia non avrebbe potuto avere un esito diverso. Inoltre, senza i trentadue punti in classifica, il giocatore sarebbe sicuramente rimasto in riva all’Adige per centrare una salvezza che oggi appare comunque alla portata dei Mandorlini Boys anche senza il perno di centrocampo brasiliano. Se Setti e Sogliano avessero ascoltato il cuore avrebbero sicuramente resistito – almeno fino a giugno – alle lusinghe di De Laurentis. Ma il calcio, sport bello ed emozionante, vive si sa anche di business. E per una società come l’Hellas il business rappresenta linfa vitale. Nel caso di Jorginho la capitalizzazione è stata sicuramente esponenziale: acquistato all’età di 16 anni – grazie alla felice intuizione dell’allora diesse Riccardo Prisciantelli – è stato rivenduto per una cifra vicina ai 10 milioni di euro. E forse proprio qui sta il punto più oscuro, perché sono in molti a ritenere questa cifra non sufficiente rispetto al valore del giocatore. Se pensiamo, infatti, che l’Inter chiede ben 4 milioni per la comproprietà di Longo (un giocatore che non ha mai visto il campo in serie A) e quasi 13 milioni per Ranocchia, senza dimenticare i 15 milioni di euro incassati un anno e mezzo fa dal Pescara per Verratti, ecco che il dubbio appare più che lecito. Anche perché la società di via Belgio ha sempre affermato che Jorginho se ne sarebbe andato a gennaio solo per un’offerta irrinunciabile. Diversamente se ne sarebbe parlato solo a giugno. In tutto questo aggiungiamoci, infine, anche una leggera provocazione: non è che dietro questa cessione frettolosa ci sia in realtà un secondo fine? Ci spieghiamo meglio: non è che Sogliano – dato oramai come prossimo diesse del Milan – abbia già in mente qualche operazione da intavolare con il Napoli una volta seduto alla scrivania della società rossonera sacrificando sull’altare dell’Hellas Verona uno dei suoi uomini più preziosi per una cifra che avrebbe anche potuto essere maggiore? Tanti dubbi come vedete ma anche zero risposte. L’unica certezza è quella che seppur dispiaciuti bisogna andare avanti, anche senza Jorginho. L’unica certezza, insomma, è che in questo caso ragione batte sentimento uno a zero…

Enrico Brigi
twitter: @enrico_brigi

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