Ma da anni, oramai, Radio Due e Radio Tre sono state cassate dalle onde medie. È un piccolo grande scandalo che lascia interdetti per la pacifica indifferenza nella quale il doloroso stralcio è avvenuto. Il pretesto è di natura legale: ma viene anche da sorridere se si pensa in che modo il settore delle telecomunicazioni vada avanti in barba a tutte le leggi (vedi Rete 4).
Di fatto il black out delle reti radioniche nazionali sulle onde medie, tradizionale ritrovo degli ascoltatori di lunga data come il sottoscritto, va ad aggravare una situazione già pessima. Infatti anche la modulazione di frequenza è soffocata da una pletora di radioline locali che spesso la oscurano. Per ascoltare in modo accettabile “Tutto il calcio minuto per minuto” occorre avere un polso degno di un giocatore di Shangai, tanto è difficile indovinarne la frequenza giusta.
A fronte di quattro o cinque network privati degni di questo nome, la maggior parte dei segnali che disturbano il servizio pubblico sono petulanti contenitori di pubblicità locale e musicaccia scadente. Per non parlare di Onda Verde, strumento quantomai prezioso per chi guida, che su molte autostrade si trasforma in un flebile gracchio. Di contro i rosari e le invettive di Padre Livio su Radio Maria sono perfettamente udibili anche sulle mulattiere.
Pensare che questo depotenziamento di Radio Rai sia doloso è probabilmente sbagliato. Ma è sacrosanto protestare ad alta voce (almeno quanto Padre Livio).
Sempre che le voci degli affezionati di Radio Rai abbiano ancora un ripetitore disposto a farle parlare...