«Questo tipo di lettere che la Rai invia non sono 'ingiunzioni di pagamento', non solo perché non ne condividono né la forma né le modalita' di notiftcazione, ma soprattutto perché non contengono alcuna intimazione di pagamento».
A chiarirlo, nella lettera inviata al presidente della commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico che aveva sollecittao chiarimenti sulla questione del 'canone speciale', e' il Dg di Vuiale Mazzini Luigi Gubitosi.
«Il testo infatti - spiega Gubitosi -si sostanzia nella mera informativa circa gli obblighi che per legge conseguono all'eventuale detenzione di apparecchi televisivi. Piu' nel dettaglio, in nessun passaggio della lettera in questione la detenzione e' presunta: al contrario testualmente si 'invita' il destinatario ad effettuare il pagamento solo nel caso in cui detenga l'apparecchio. Anche dal punto di' vista strettamente comunicativo, l'incipit della lettera 'Vi informiamo' esplicita il fatto che non si tratti di un messaggio a carattere precettivo. Al riguardo si ricorda che la Corte di Cassazione, con sentenza del 4 giugno 2009, n.12885, ha sancito che la ricezione delle lettere Rai per il recupero dell'evasione non e' suscettibile di arrecare alcun danno risarcibile, essendo piuttosto inquadrabile 'in quegli sconvolgimenti della quotldianita' consistenti in disagi, fasti'di, disappunti, ansie ed ogni altro tipo di insoddisfazione (oggetto delle c.d. liti bagatellari) ritenuti non meritevoli di tutela risarcitoria».
«Per la raccolta del canone speciale la Rai -chiarisce ancora il Dg nella lettera a Fico- nei confronti di chi risulta non abbonato si avvale dello strumento dell'invio di comunicazioni informative unitamente all'attivita' sul territorio svolta attraverso i suoi uffici e gli agenti. Con criteri di rotazione tra i diversi settori di attivita', la Rai invia ogni anno ad esercizi pubblici, strutture ricettive, artigiani, imprenditori e professionisti, mediamente 500.000 lettere...».
I testi «sono sempre stati del medesimo tenore e non ci risulta abbiano finora indotto in errore i destinatari. I criteri adottati per l'individuazione dei destinatari delle missive sono tali da evitare che queste possano erroneamente raggiungere soggetti gia' abbonati. Per individuare i destinatari, come noto titolari di attivita' soggette ad alto turn over, la Rai aggiorna costantemente gli archivi attingendo alle banche dati ufficiali e pubbliche della Camera di commercio. La finalita' perseguita con le lettere ha natura pubblicistica, essendo il canone un tributo (Corte Cost. 8 giugno 1963, n.81) e questa attivita' costituisce parte delle funzioni che la legge (art.27 RDL 246/1938) attribuisce direttamente alla concessionaria del servizio pubblico in materia di riscossione del canone speciale. Quanto alle modalita', l'invio avviene per posta ordinaria (e non attraverso notificazione con raccomandata, appunto perché non si tratta di un atto ingiuntivo)».
«Per fronteggiare comunque il disorientamento creato dalla recente campagna di stampa, oltre ai consueti canali di contatto con il pubblico (cali center, sporteln regionali, portale web), la Direzione Canone - informa Gubitosi - ha attivato immediatamente anche nuove possibilita' di comunicazione in modo da risolvere ogni eventuale dubbio. Sono stati inoltre avviati contatti con organizzazioni del mondo del lavoro e dell'imprenditoria al fine di ribadire tra l'altro quanto gia' indicato nella lettera ovvero che il possesso di apparecchi privi di sintonizzatore radio Tv quali personal computer, monitor per Pc o videocitofoni, non comporta alcun obbligo di pagamento del canone speciale».
«Questa polemica - conclude Gubitosi - colpisce ancor di piu' perché la Rai sta investendo molto nel servizio all'utenza: sara' a breve avviato un servizio di' chiamate su appuntamento agli utenti che ne facciano richiesta; nel corso di questo mese e' prevista una riunione dei 150 Agenti sul territorio per regolamentare meglio la loro attivita' e presentare il nuovo Codice Etico Agenti. Infine, campagne stampa fuorvianti incidono negativamente sulla riscossione del canone nel suo complesso anche presso gli abbonati».