«Mission non sarà un game, come qualcuno ha voluto far intendere, non ci saranno eliminati o vincitori. Sarà soltanto un lungo racconto attraverso le immagini e le testimonianze di chi ha vissuto e vivrà all'interno dei campi profughi». Lo dichiara la Rai, dopo le polemiche degli ultimi giorni, esplicitando poi l'intento con il quale l'Azienda ha aderito alla realizzazione del programma che andrà in onda su Rai 1 in autunno.
«Portare all'attenzione del grande pubblico - rimarca - l'importanza delle missioni umanitarie. Far riflettere e far conoscere il lavoro degli operatori internazionali. Offrire uno spaccato di realtà spesso tenute ai margini dell'informazione, sia quella televisiva sia quella della carta stampata. E, poi, permettere a tutti, in una grande operazione di trasparenza, di verificare con i propri occhi anche come vengono spesi e investiti i soldi raccolti anche grazie a grandi campagne di raccolta fondi. È con questo spirito, proprio del Servizio Pubblico, che la Rai si è espressa favorevolmente sulla realizzazione di Mission, questa grande produzione prodotta in collaborazione con l'Unhcr e Intersos, apprezzando la proposta di Rai 1 di inserirla in prima serata. Una produzione che vede come partner l'istituzione più importante al mondo, l'Unhcr, e una onlus serissima come Intersos».
Per quanto riguarda la produzione, fa sapere Viale Mazzini, «non esiste al momento alcun numero zero. C'è soltanto una piccola parte video girata l'estate scorsa che non costituisce una puntata pilota. Il cast è ancora work in progress. La rete e la produzione stanno lavorando, ma di definito ancora non c'è nulla. L'unica cosa certa è che la Rai non può non occuparsi di questi temi, portandoli anche in prima serata».