Ravenna, 13 maggio 2013 – Nonostante goda di grande notorietà soprattutto nell’ambiente motoristico, il fuoriclasse della Lotus Renault Kimi Raikkonen è uno dei Campioni del Mondo della Formula 1 più sottovalutati di sempre dalla stampa e dai tifosi.
Iridato al primo colpo nel 2007 al volante della Ferrari, “Ice Man” se ne frega altamente del giudizio altrui, ma questo non toglie che i suoi risultati siano spesso messi in secondo piano da una certa stampa proprio per via del suo particolare carattere, che non lo rende facilmente appetibile per il grande pubblico.
I numeri del finlandese parlano da soli: 20 vittorie, 16 Pole position, 38 giri veloci ed oltre 70 podi in carriera dal 2001 ad oggi.
Kimi Raikkonen ha confermato ancora una volta il suo grande valore già l’anno scorso, rendendosi autore di un ritorno in Formula 1 molto positivo: al volante della Lotus E20 dopo due anni spesi nei Rally, il ragazzo di Espoo ha collezionato sette podi ottenendo anche un’insperata vittoria al Gran Premio di Abu Dhabi, sfruttando i guai della McLaren.
“Ice Man”, vera e propria icona non solo sportiva per molte ragazze del globo e da qualche tempo idolo dei fan più accaniti della F1 per via delle sue perle sciorinate nei team-radio, continua la sua ottima parabola con la vittoria nell’inaugurale GP di Melbourne e tre secondi posti consecutivi nel 2013, anno nel quale sta decisamente ridimensionando il compagno di squadra Romain Grosjean.
Sin dagli albori, quando Kimi fece scalpore per essere arrivato in F1 con il minor numero di gare ufficiali disputate nella storia, si capì che la Sauber aveva tra le mani un gioiello. Prima gara a Melbourne e subito punto iridato, con una gara pressochè perfetta.
Nel 2003 Raikkonen era al secondo anno in McLaren, il terzo della carriera in Formula 1. La MP4 17-D si era confermata subito come una vettura in grado di poter competere per le prime posizioni e in Malesia arrivò la prima vittoria nella massima serie per il finlandese, dopo che gli era sfuggita l’anno prima a Magny-Cours in quella famosa corsa in cui Michael Schumacher conquistò il suo quinto titolo iridato proprio sfruttando lo “scivolone” del biondino.
Non in molti si sarebbero aspettati che “Ice Man” avrebbe perso il titolo iridato 2003 solamente per due punti nei confronti del più esperto e titolato rivale Schumacher. Furono ben sette i secondi posti messi a segno da Raikkonen in quell’anno, un mondiale, quello del 200,3 complessivamente molto buono per il finlandese che iniziò a ritagliarsi un posto d’onore nell’allora ingessata Formula 1.
Nel 2005, sempre al volante di una McLaren, Kimi mancò ancora il titolo, ma il primo avversario con cui dovette fare i conti fu la sfortuna. Nonostante le sette vittorie messe a segno dal finlandese, la più memorabile quella ottenuta a Monaco, Raikkonen dovette ritirarsi al Nurburgring per il cedimento di una sospensione dovuta allo scoppio della anteriore destra nelle fasi finali della corsa. Una beffa che molto probabilmente gli costò anche il mondiale, vinto da Alonso con un buon margine già a tre gare dalla fine.
Tuttavia in quell’anno Kimi dimostrò di poter dare del filo da torcere anche ad un mastino più esperto e titolato di lui come Juan Pablo Montoya, un pilota incompreso e forse inadatto per la Formula 1 dell’epoca, ma che in altre categorie aveva già fatto vedere al mondo intero di che pasta era fatto.
Obiettivamente, Raikkonen ha praticamente sempre messo in difficoltà tutt i compagni di squadra che ha avuto nella sua carriera e l’aver centrato il titolo iridato al primo anno in Ferrari, un’impresa che lo inserisce in una Elite decisamente esclusiva, è un merito che spesso molti ferraristi per primi clamorosamente non gli riconoscono a sufficienza.
Sicuramente la coppia di piloti McLaren formata da Hamilton e Alonso facilitò e non poco le cose al Cavallino Rampante ed al finlandese, in particolare nel tribolato Gran Premio del Brasile, ma questo aspetto non può sminuire il grande lavoro compiuto dal fuoriclasse nordico durante tutto l’arco della stagione.
Ormai del Kimi Raikkonen pilota anni ’70 tutto concentrato sulle corse e dell’ “Ice Man” reticente a parlare con la stampa si sono scritti fiumi di parole. Da quando il pilota di Espoo è entrato a far parte del team Lotus poi, la sua personalità è letteralmente fuoriuscita dall’abitacolo consegnandoci un Kimi ancora più interessante e Personaggio, uno dei pochi se non l’unico della Formula 1 contemporanea.
Quello che spesso sfugge agli appassionati, molto interessati ai gelatini e alle sbronze del finnico, è la classe di questo pilota, capace di gestire le antipatiche gomme Pirelli come pochi. Forse il migliore in questo ruolo già dallo scorso anno, fatta eccezione per qualche raro episodio.
Kimi Raikkonen ha trionfato quattro volte nel circuito di SPA-Francorchamps, uno dei tracciati che forse lo rappresenta al meglio. Già, una di quelle piste Vere, proprio come il mugugnante finlandese, che intervistato da Eddie Jordan sul podio dopo il Gran Premio di Spagna, ha fatto chiaramente capire al vecchio Eddie che a lui, del fatto che la gente lo sottovaluta, non gliene può fregar di meno.
Un uomo decisamente in missione.