Un libro degno si essere custodito nel cassetto di ogni artista.
(…)
Poichè non è solo la pigrizia a farmi sì che le relazioni umane si ripetano così indicibilmente monotone e senza novità da caso a caso: é il timore di una qualche nuova, imprevedibile esperienza, di cui non ci si crede all’altezza. Ma solo chi è pronto a tutto, chi non esclude nulla, neppure il più grande degli enigmi, vivrà la relazione con un altro come cosa viva e sfrutterà fino in fondo anche
la propria esistenza. Poichè se noi pensiamo questa esistenza individuale come un ambiente più o meno grande, si vedrà che i più imparano a conoscere solo un angolo del loro ambiente, un posto alla finestra, una striscia, su cui essi vanno avanti e indietro. Così provano una certa sicurezza. Eppure quanto è più umana quella insicurezza irta di pericoli, che spinge i prigionieri nelle storie di Poe a esplorare tentoni le forme delle loro atroci carceri e a non essere estranei agli indicibili orrori di quel loro stare. Noi peró non siamo prigionieri. Non trappole e lacci sono tesi intorno a noi, e non vi è nulla che ci debba angosciare o tormentare. Siamo posti nella vita come nell’elemento cui più siamo conformi, e inoltre, per millenario adattamento, ci siamo fatti così simili a questa vita che, se rimaniamo quieti, per un felice mimetismo ci distinguiamo appena da tutto ció che ci sta intorno. Non abbiamo motivo di diffidare del nostro mondo, poichè esso non è contro di noi.
Rainer Maria Rilke