A 20 anni dalle stragi di mafia in cui morirono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Raitre ha deciso di programmare la serata di lunedì 21 maggio al ricordo di quei tragici eventi. Alle ore 21.10 va in onda il documentario di Felice Cavallaro intitolato Ho vinto io. “Vi perdono ma vi dovete inginocchiare…”. Tutti ricordano la disperata implorazione che Rosaria Schifani, allora poco più che ventenne, rivolse ai mafiosi, davanti alla bara del marito Vito, agente della scorta del giudice Falcone. Venti anni dopo, Rosaria ha deciso di fare fino in fondo i conti con se stessa e con le sue emozioni, tornando sui luoghi della tragedia. Rosaria ci racconta, in prima persona, una storia di dolore e di coraggio, la storia di una donna che, lasciando Palermo, la sua città, ha saputo offrire al figlio (oggi Emanuele ha vent’anni e nessun ricordo del padre) e a se stessa una nuova opportunità di vita. Rosaria non ha mai smesso di cercare i “perché” della mafia e, dopo vent’anni, la sua analisi del fenomeno che le ha stravolto l’esistenza è amara e disincantata. Oggi, come ieri, non crede che i mafiosi possano pentirsi ma a loro vuole dire che lei, con grande fatica, ha saputo ricostruire la sua vita, mentre loro restano in una spirale di morte, senza speranza.
Alle ore 22.15 Carlo Lucarelli con Lucarelli Racconta. Il segreto di Paolo Borsellino ripercorre gli ultimi giorni del magistrato di Palermo ucciso solo 57 giorni dopo l’attentato al suo amico e collega Giovanni Falcone. Un resoconto attento degli esiti delle nuove e clamorose indagini sulla strage di via D’Amelio e un approfondimento della vicenda della trattativa tra Stato e mafia, che fa da inquietante scenario alla strage in cui persero la vita, insieme a Paolo Borsellino, i cinque agenti della sua scorta. “Ricordare fatti del passato, in questo paese, non è mai soltanto fare memoria. Lo sarebbe se questi fatti appartenessero davvero al passato, alla storia, conosciuti, spiegati, analizzati e risolti. Allora potremmo raccontarli cercandoci dentro stimoli per il futuro, celebrandone i protagonisti positivi e censurandone quelli negativi, tutti e due come si meritano. Insomma, potremmo fare quello che si fa con la storia antica, la cui trama è fatta di fili annodati come quelli di un tappeto su cui camminare e andare avanti” ha scritto Lucarelli in una lettera pubblicata anche sul sito del programma.
“Ma i fatti della nostra storia – sia quella recente che quella, appunto, antica – non sono mai così conosciuti, spiegati, analizzati e risolti da poter essere trattati così. Quei fatti mantengono tanti punti oscuri, tanti fili che si perdono da qualche parte, senza nodi, tanti misteri che gravano sul presente. Raccontarli significa portare avanti una trama che non finisce mai. Ė così per gli omicidi e le stragi del ’92 e del ’93, per Giovanni Falcone e soprattutto per Paolo Borsellino: raccontarne la storia non può ancora essere una celebrazione e uno stimolo, ma sempre un’indagine. Ce ne accorgiamo anche noi tutte le volte che cerchiamo di farlo. Ad ogni puntata che abbiamo dedicato a queste vicende, ogni volta che tornavamo ad occuparcene, dovevamo aggiungere fatti, notizie e dubbi in più rispetto alla puntata precedente. E lo sviluppo delle inchieste più recenti ci fa pensare che da raccontare ne avremo ancora tanto. Perché in questo strano paese il passato non solo è sempre presente, ma riesce ad essere anche futuro”.
(fonte Raitre.it)