Già da una settimana prima dell’inizio del Ramadan, piccoli commerci crescono. Nei quartieri popolari è un fiorire di attività legate strettamente alla ricorrenza del mese sacro del Ramadan. Ogni anno sempre più numerose, queste attività sono il termometro reale per capire i consumi e strumento efficace, anche se limitato, alla lotta contro la disoccupazione sempre più preoccupante. Ognuno di questi commercianti è specialista nella preparazione e nella vendita di prodotti particolari. Le donne si installano ovunque nelle strade per vendere differenti tipi di dolci marocchini: msemmen, baghir, harcha… In alcuni casi si affittano locali per l’occasione e giovani ragazze preparano la pasta sfoglia per la pastilla o l’onnipresente e immancabile dolce del Ramadan: la Chebbakia. Negli stessi locali si producono e si vendono i prodotti, per assicurare al compratore la massima qualità. La sociologa Samira Kassimi spiega che le donne marocchine dedite a queste attività sono, anno dopo anno, in aumento e incrementano il mercato del lavoro. Nel passato gli uomini non accettavano che i piatti del Ramadan fossero preparati da altre donne ma, da qualche anno a questa parte, le cose sono cambiate. A livello culturale è più accettabile che le donne acquistino piatti pronti perché evidentemente non hanno il tempo per prepararli. Anni addietro le donne lavoratrici, la settimana antecedente il Ramadan, passavano il loro tempo libero dal lavoro a preparare piatti e congelarli. Oggi con l’avvento dei piccoli commerci occasionali, a prezzi corretti, non è più necessario fare questo e si cambiano le abitudini. Ahmed Bachiri, 29nne laureato in letteratura francese, da quattro anni si mobilita durante il Ramadan, coinvolgento alcuni amici disoccupati, affittando un locale producendo e vendendo Chebbakia. Racconta che dopo tre anni senza lavoro ha deciso di mettere fine a questa situazione cercando di guadagnarsi da vivere con differenti commerci. Dichiara di aver appreso da sua madre la ricetta della Chebbakia e non ha esitato un attimo a realizzare il progetto guadagnando più di 10.000 Dh in un mese (1.000 Euro c.ca). E’ un lavoro occasionale dice, ma è meglio che rimane a braccia conserte. La giovane Yasmine con l’aiuto della madre Zohra produce e vende Baghrir. Dice: “Mio padre è deceduto da dieci anni ed è mia madre che ha sempre provveduto ai nostri bisogni. L’aiuto nei suoi lavori e continuo a studiare con serietà. Il mio sogno è quello di fare un master. Ma prima di iniziare gli studi, il Ramadan è una buona occasione per guadagnare qualche dh.” Anche questo è il Ramadan, in attesa di tempi migliori. Un aiuto a donne e giovani che con spirito imprenditoriale si guadagnano da vivere; un mese di guadagno che servirà al sostentamento di molte famiglie che sognano un futuro migliore, e lo attendono senza aspettarlo passivamente. Inshalla!
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