Ok.
Sono pronta.
Metaforicamente parlando sono su un treno, che sta per lasciare definitivamente questo posto, andata senza ritorno per giunta. Guardo fuori dalla finestra per dare un’occhiata al luogo in cui sono cresciuta. Per dare l’ultima occhiata. Il perché io debba partire, mi è estraneo, ma è come se non lo volessi nemmeno sapere. Forse per paura. Forse perché mi manca semplicemente il coraggio di affrontare la realtà.
Apparentemente però sono tranquilla. Guardo le persone che si salutano, che si baciano, che si abbracciano. Guardo le valige per terra. “Non ho dimenticato niente?” mi chiedo. “No, forse no.” Forse.
Il treno non parte ancora. Improvvisamente mi assale una certa malinconia. E’ come se qualcuno mi sussurrasse di scendere.
Veloce!
Vai!
Esci!
E il treno non parte ancora. “Non starò mica scappando?” mi chiedo. E sento che mi invade l’ansia. Sento che invece sto fuggendo da qualcosa che mi annienterebbe se decidessi di rimanere, sento come se c’è qualcosa che in effetti ho dimenticato, ma per un istante non riesco a ricordare niente, come se avessi una fottuta amnesia.
Oddio.
Poi lo vedo con la coda dell’occhio. Giro la testa ed effettivamente lui è lì, che mi sorride. L’uomo per cui nutro un amore quasi devastante è lì che mi guarda e sorride, nient’altro. Il pensiero che non possiamo stare insieme torna, e mi si blocca il respiro in petto, sento come un vortice nello stomaco e le farfalle non c’entrano. E’ qualcosa di più, qualcosa che mi ha fatto prendere una drastica decisione: partire. Partire, che è peggio della morte. Partire sapendo che non lo rivedrò più. Mai più, finché il mio amore per lui non si trasformerà in una sofferenza autodistruttiva, che mi farà pensare al suicidio, che mi annienterà psicologicamente senza nessuna seconda chance. No.
Allora scendo. Corro. Lo abbraccio. Glielo dico. “Senti… Io ti amo! Ti amo! Ti amo! Ti ho sempre amato!”
E stiamo lì abbracciati per un po’, io piango senza sosta per la felicità mentre lui sorride. E io… io lo amo e basta. Sento che lo amo. Lo sento in ogni atomo del mio corpo. E lo stringo talmente forte da sentire i battiti del cuore. I suoi. I miei. E ci baciamo. Ancora. Ancora. E ancora. E penso che amarlo è la cosa più bella che mi sia potuta capitare!
Poi apro gli occhi.
Effettivamente non sono mai scesa da quel treno.