Magazine Storia e Filosofia

Ranginui e Papatuanuku - Un mito cosmogonico maori

Creato il 15 febbraio 2013 da Greta
 All'inizio avevo concepito questo blog come un sito che raccogliesse storie provenienti da tutto il mondo.  Poi, con il tempo, anziché raccontare delle vere e proprie storie, mi sono soffermata sulla presentazione di figure mitologiche, piuttosto che dei miti che le riguardassero. Oggi voglio tornare alle origini di questo blog, perché quella che presenterò è una storia ancestrale sulle origini del mondo. Dopo tanti personaggi folcloristici europei, immaginate di abbandonare il vecchio continente, di attraversare terre immense, mari e oceani...fino ad arrivare alla terra più lontana in assoluto rispetto all'Italia. Siamo agli antipodi, in Nuova Zelanda, terra dei Maori. E questo è il loro racconto dell'origine del mondo.
 All'inizio c'era solo il Vuoto, Te Kore a cui fece seguito la Notte, Te Poroa. Da queste due divinità nacquero in seguito il Padre del Cielo, Ranginui, e la Madre Terra, Papatuanuku. In origine, Cielo e Terra erano uniti nell'affettuoso abbraccio tra Ranginui e Papatuanuku. 

Ranginui e Papatuanuku - Un mito cosmogonico maori

L'abbraccio tra Ranginui, il Cielo, e Papatuanuku, la Terra


 I problemi iniziarono quando Ranginui e Papatuanuku iniziarono a generare dei figli, delle divinità bambine che controllavano le varie forze della natura. Costoro erano costretti a vivere nell'oscurità tra i due genitori e quando Ranginui e Papatuanuku si abbracciavano non avevano molto spazio per muoversi. I genitori però non si curavano dei lamenti dei loro figli, che avrebbero preferito che si dividessero, e seguitarono a stare uniti e a generare altri figli.
 La situazione, già insostenibile per gli dèi-bambini, precipitò quando nacque Ruamoko. Il più piccolo dei figli di Ranginui e Papatuanuku era una vera peste; il suo temperamento irrequieto fece sì che Ruamoko divenisse il dio dei vulcani. Egli diventò presto il prediletto dei genitori, soprattutto della madre, che Ruamoko scaldava con le proprie dita calde.
 Ovviamente ai fratelli ciò non faceva piacere, così tennero una riunione (dalla quale Ruamoko fu escluso) dove decisero di separare i genitori. Fu Tane Mahuta, il dio della foresta e degli uccelli, il prescelto che doveva la divisione. 
 Ed ecco cosa avvenne. Tane Mahuta spinse Ranginui verso l'alto e Papatuanuku verso il basso. Tangaroa, divinità del mare, circondò Papatuanuku con le sue acque e il dio del vento, Tawhiri Matea,  soffiò nello spazio vacante tra i suoi genitori. E finalmente la luce irruppe nel mondo; dal primo bagliore nacquero le cose animate e inanimate e da uno dei figli di Ranginui e Papatuanuku nacque l'uomo.  

Ranginui e Papatuanuku - Un mito cosmogonico maori

La divisione tra Ranginui e Papatuanuku


 Non appena Ruamoko vide cos'era accaduto e percepì il dolore di suo padre e sua madre per la separazione, divenne una furia. Il terreno si aprì e Ruamoko gettò fango bollente ed enormi nubi di vapore fetido. Pieno di rabbia, Ruamoko inveì contro i fratelli per la loro scelleratezza, facendo scuotere la terra con la sua voce tonante. Poi fece eruttare fino a raggiungere il cielo i fuochi presenti nelle profondità terrestri per molti giorni, finché Papatuanuku non lo abbracciò dolcemente cantando, per far addormentare il figlio collerico.
 Con il tempo, però, Ranginui smise di piangere per la lontananza della moglie e Papatuanuku si interessò di più agli altri figli, che l'avevano vestita con tuniche colorate. Ma Ruamoko rimase un dio irascibile, perennemente infuriato con i suoi fratelli per aver separato i genitori. Ogni volta che si svegliava dal riposo, riprendeva a scuotere Papatuanuku e a lanciare vapore bollente e fango puzzolente nell'aria. Inoltre, quando Papatuanuku non riusciva a farlo addormentare con il suo canto melodioso, Ruamoko spingeva fiumi infuocati nelle foreste di Tane Mahuta e gettava isole di roccia fusa nelle acque di Tangaroa, imprecando contro i suoi fratelli:  
Ko Ruamoko, e ngunguru nei, Au, au, aue ha! Ascoltate il rimbombo del Dio del Terremoto! Au, au, aue ha!
 Ancora oggi il dolore per la separazione affligge Ranginui e Papatuanuku. Quando piove, Ranginui piange la lontananza della moglie e le sue lacrime, sotto forma di gocce, fanno capire a Papatuanuku che il marito l'ama ancora. Quando invece dalle foreste si leva la foschia, è segno che Papatuanuku sospira per la mancanza di Ranginui e che il suo corpo caldo continua a bramarlo.
Fonti:- Fiabedifate, "Il mito di creazione Maori"; - Wikipedia, voce "Creazione (teologia)".

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :