Rannicchiati a sperare di arrivare.
Creato il 11 febbraio 2015 da Lucaralla
@LAPOZZANGHERA
Tutti abbiamo un nemico.Dobbiamo averlo,per forza.
E se non c’e’,bisogna crearlo,farlo emergere perche’ altrimenti non hai peso internazionale.
I morti odierni nello stretto del mare Siciliano,sono stati pochi giorni fa,accostati a possibili terroristi,pronti a sbarcare in Italia e dare vita al profetico disegno del califfato.
Oggi leggo di storie di miseria,disgrazie e fuga da posti dove tu,e io,sappiamo solo dai giornali.
Provaci tu,o io,a stare assediato 24 /h da un potere che schiaccia la tua liberta’,ti uccide dentro e ti lascia morire senza speranza.
Allora che fare,se non provarci,scappare e sperare che il mare sia calmo,senza scossoni per arrivare nella terra del sole e forse della speranza?
Ma i morti odierni oggi sono scomodi,sono echi di errori burocratici e di spartizioni di leggi e leggine che hanno tolto sicurezza alla parola”salvataggio”.
Salvataggio…gia’.
Salvataggio comunque sia,andare in contro a loro,sulle barche dove corpi accatastati e infreddoliti,pregano e si rannicchiano lamentandosi del destino,crudele che allunga i tempi dello sbarco.
E allora,solo allora,ci si accorge che qualcosa non e’ andato come sarebbe dovuto andare,e attendi,piangendo la fine.
Cosi’ spariscono nel fondo di un mare in tempesta,centinaia di corpi,speranze spazzate via dal destino o forse da noi,egoisti e calcolatori che non vogliamo attenderli sulle nostre navi.
Con Mare Nostrum e i suoi 9,3 milioni si e’ passato a Triton e i 2,9 milioni.
Uno scatto indietro quando invece e’ in aumento la richiesta di fuga e liberta’.
E se dovessimo noi fuggire un giorno?
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