Magazine Racconti

Rapace (II parte)

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
Gli occhi di CJ studiarono lo schermo tattico della sua postazione. Le unità civili e le autorità delle stazioni si erano rifugiate intorno a Columbia Central pur di evitare di finire in mezzo alla battaglia, dai colori dello schermo tattico si riusciva invece a intuire gli schieramenti dello scontro. Gli europs avevano messo sotto assedio l’habitat fortificato di Fort Nelson con tre corvette di classe Centurion e un incrociatore di classe Teuton che rispondeva al nome di Barbarossa. Per tutta risposta i separatisti avevano scoperto le loro posizioni, mettendo in campo tre fregate e un vecchio incrociatore di classe Angel, troppo vecchio e malandato per reggere il confronto con la Barbarossa. Al suono dell’allarme un terzetto di vettori era comparso dal nulla e secondo lo schermo della consolle di CJ, le tre navi si stavano muovendo verso il centro dello schieramento neoeuropeo, simmetricamente dalla periferia del sistema arrivavano altre navi. Vettori più lunghi. Si disse CJ. Sicuramente questo non era stato preventivato dagli europs! Passando l’informazione allo schermo principale evidenziò almeno due tra i più veloci, marcandoli come navi di stazza inferiore. Dalla postazione di Isa le arrivò una serie di dati che calcolavano la propulsione di reattori T12 in rapporto con la stazza di una nave da prima linea di battaglia. – Dannazione, ci stanno accerchiando con le navi da guerra. – imprecò CJ aggiungendo i dati della Jaguar ai suoi, per poi ritrasmetterli alla consolle del Capitano. – Incrociatori o destroyer non accelerano così tanto. – ribadì Laimer poco convinto. Isa intervenne spiegando – Si tratta di una manovra tipica delle forze nebular: i loro destroyer di classe Traitor possono raggiungere vettori simili a una corvetta senza propulsione avanzata. – La spiegazione sommaria della Jaguar non poteva essere confutata per almeno una mezz’ora abbondante: le navi erano troppo lontane perché il computer di bordo ne riuscisse a codificare la traccia e solo la raccolta di dati dai sensori poteva chiarire quel problema. Per quanto una battaglia spaziale potesse essere eccitante e pericolosa, nelle fasi iniziali tendeva a far saltare i nervi a chi pensava che le navi spaziali combattessero ravvicinate l’una all’altra, piuttosto che muoversi su grandi distanze e attraversando tutto un sistema solare, pur di approntare una strategia vincente. CJ aveva sempre odiato quelle attese, ma si sforzò di prestare attenzione. Sullo schermo i vettori si allungavano ancora e le navi europs rispondevano a quelle manovre con una serie di vettori dal calcolo assurdo. Tutto il movimento dello schermo tattico aveva un ritardo più o meno evidente, a seconda della distanza, ma se i sensori non potevano evitare i ritardi relativistici, ci pensava il computer di bordo a correggere quelle inesattezze, proiettando un quadro di quello che sarebbe successo. Una sorta di simulazione che i comandanti meno esperti tendevano a considerare una verità inconfutabile, per quello stesso motivo le razzie della agile Magpie avevano dato i loro frutti. Benché le distanze dessero loro del tempo per comprendere la strategia nemica, era chiaro che in una situazione simile qualcuno aveva tradito qualcun altro: per quanto i separatisti neocanadesi avessero un seguito molto importante, era chiaro che tutte le navi comparse sui sensori non potessero appartenere a un gruppo terroristico. Nove segnali, ricorda che uno di loro è la Magpie, non dimenticarlo! Si disse cercando di capire fin dove si sarebbero spinte le navi neoeuropee per far fare bella figura al loro governo e dimostrare ai clusterani che era sempre meglio lavare i panni sporchi a parte. Dal canto suo, CJ voleva solamente la risoluzione dello scontro per potersi riappropriare della nave, cosa avrebbero fatto neoeuropei e clusterani in seguito a quella scaramuccia non le interessava, come non le interessava cosa avrebbero fatto i Jaguar con la faccenda delle batterie – Comandante i vettori si allungano ancora. – avvertì CJ, controllando la proiezione del computer di bordo. La scena era simile a quella di dieci minuti prima: le navi balzate all’interno del sistema continuavano ad accelerare con vettori molto lunghi, le navi provenienti dai bordi del sistema si stavano avvicinando alla stazione neoeuropea di Vernor, habitat paramilitare da cui le quattro navi degli europs erano partite qualche turno prima, apparentemente non sarebbero state una minaccia per l’attacco a Fort Nelson. – Confermato, sono destroyer. – – Se si tratta di un paio di destroyer, allora saremo felici di accoglierli a braccia aperte. – scherzò Laimer, decisamente a proprio agio in uno scontro come quello – Attivate il nostro EEM, pronti a fare fuoco! – – EEM operativo in sette primi, zero quattro secondi. – CJ sospirò nervosa, anche se c’erano storie più o meno fantasiose sulle armi europs, tutti sapevano che il modulo d’attacco era un cannone a neutroni, capace di mettere al tappeto l’equipaggio di una nave di grosse dimensioni. L’equipaggio di una nave piccola e priva di protezioni come la Magpie, sarebbe stato annientato sul colpo. Keller se la tua follia ucciderà i miei uomini, non sarà la morte a salvarti da me! – Il Commodoro Lindgren comunica l’inizio della corsa d’attacco all’avamposto separatista, la Barbarossa sta caricando le armi. – avvertì un ufficiale accanto a CJ, passando le nuove rilevazioni su tutti gli schermi. – La Varus sta seguendo la corsa d’attacco. – avvertì CJ, notando con una punta d’ansia che quella manovra lasciava la Scipio e l’ultima Centurion, la Cornelius, sole contro un’intera flotta in arrivo. Una spia si accese sulla consolle quando i vettori delle navi separatiste si accorciarono – Salva di outlaw in arrivo, signore. Dalla telemetria sembra essere una fregata di classe Prophet. – – Rispondere con la stessa moneta. Accelerazione. Muoviamoci da qui, prima che pensino che siamo pronti a prendere altri colpi! – quelle parole vennero sovrastate dall’allarme d’impatto, ma nessuno disse nulla. La Scipio si mosse, allungando il proprio vettore verso il centro del sistema. Allo stesso tempo la loro nave gemella si era allontanata verso gli altri vettori neocanadesi – Dove sono quei destroyer? – – Li abbiamo in coda. – – Intercettiamoli allora: non voglio che rovinino la vernice della Barbarossa. – Isa sbuffò a quel sarcasmo, ma ricalcolando i vettori delle Traitor, li passò alla consolle di CJ, evidenziando il rallentamento fin troppo anticipato, per navi di piccola massa, come avrebbero dovuto essere se invece si fosse trattato di corvette – Nuova rilevazione. – chiamò CJ, trasmettendo i nuovi dati alle altre consolle. La Scipio venne colpita da un’altra salva di missili – Questi dannati sanno come combattere. – commentò Laimer con una smorfia – Se credono davvero che spingerci contro dei destroyer possa mettere la Scipio in difficoltà, sbagliano di grosso! Pronti con il nostro EEM? – – Pronti comandante. – annuì l’ufficiale tattico. – Facciamo vedere loro quanto possa essere scomodo mettersi contro di noi. – CJ notò che tutta la plancia era in fibrillazione, come se non avessero aspettato altro da quando si erano arruolati per il servizio militare. Dunque la condizione euforica dell’equipaggio non era dovuta solo agli stimolanti, ma a qualcosa che CJ e Isa non comprendevano, fin troppo preoccupate di uscirne vive. – Nave nemica a portata di tiro! – gridò l’ufficiale tattico. – Fuoco. –

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog