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RASSEGNA STAMPA/ “Il varietà si fa così”. Per Fiorello la “benedizione” di Aldo Grasso

Creato il 23 novembre 2011 da Iltelevisionario

Per Fiorello e il suo #ilpiugrandespettacolodopoilweekend arriva la “consacrazione” ufficiale dal re dei critici televisivi, Aldo Grasso. Infatti oggi sul Corriere della Sera, in un articolo dal titolo Fiorello, la rivincita nazionalpopolare, Grasso scrive che “Fiorello può piacere o non piacere, nel suo spettacolo ci sono momenti più riusciti e altri meno (per esempio trovo modesta l’imitazione di X Factor), ma una cosa è certa: il varietà si fa così. Con uno studio sontuoso, una grande orchestra, i monologhi, le canzoni, il balletto, le parodie, gli ospiti famosi (c’è un altro programma che riesce a invitare i Coldplay? E dove Chris Martin si mette a duettare con Enrico Cremonesi?), le imitazioni dei personaggi dello showbiz (grandioso Mimmo Foresta). Per quel poco che so di storia della tv italiana, non mi sembra che in passato ci sia mai stato un intrattenitore così completo e multiforme. Proprio per l’anacronismo del genere – perchè gli spettacoli della tv tendono ormai alla più selvaggia frammentazione e non riescono più a concepire la complessità – #ilpiugrandespettacolodopoilweekend resta un punto fermo della nostra tv. A differenza di altri prodotti che viaggiano facilmente anche su diverse piattaforme, che vivono perché «spacchettati», il varietà ha ancora il sapore del rituale televisivo. Invece di cercare di capire le ragioni pop di un così grande successo di audience, che ha catturato pubblico che di norma non guarda la tv, ci si rammarica per quel che avrebbe dovuto essere. Sono soprattutto quelli che non sanno guardare al futuro che accusano Fiorello di guardare al passato. Se Rosario Tindaro fosse nato a Broadway staremmo qui a parlare di uno dei più grandi talenti dello spettacolo. E invece, grazie anche alla rete, non ci facciamo mancare niente, insulti compresi. Esecrare la noia degli altri (lo show è accusato di essere noioso!) divente un espediente per mettersi la coscienza a posto, per trincerarsi ancora più dietro la propria inestirpabile noia”.

Su Il Messaggero Marco Molendini scrive che “Fiorello fa uno show normale. E in una tv dove si cerca sempre e comunque di strafare, già questo è un evento. Poi c’è la grazia del suo talento leggero, che punge senza esagerare. Sbaglia chi lo accusa di fare satira alla camomilla, come ha fatto Sabina Guzzanti (anche con una certa snobberia, visto che nelle sue accuse diceva pure di aver seguito distrattamente il programma) o chi, con quel che passa il convento, si mette a cercare le pagliuzze (che pure possono esserci) negli exploit di Rosario. Certo, non è un Maurizio Crozza. Fiorello gioca sul gusto di far spettacolo, non di prendere per i fondelli la politica. Certo, anche lui gioca sull’attualità, perché non se ne può fare a meno”.

Il quotidiano Libero intervista Renzo Arbore che definisce Fiorello “un ansiolitico anti-crisi”. Infatti “è trasversale, piace a destra e sinistra, a grandi e a piccini, al colto e all’inclita, vende una simpatia straordinaria, non se la tira e fa un umorismo comprensibile a tutti. E’ alfiere di una tv generalista, tipica di Raiuno, che è in grado di prendere due pubblici che di solito sono incompatibili”, ossia il nazionalpopolare e il popolo di Twitter. Arbore aggiunge, a questo proposito, che questi due pubblici sono “incompatibili. A Fiorello è riuscita un’operazione algebrica: commistionare i due pubblici, ottenendo cifre mostruose. Certo, per la tv frazioanta di oggi. Non dimentichiamoci che anni fa Portobello di Tortora faceva 20 milioni di spettatori. [...] Fiorello è, nel comico, quello che è Don Matteo nei «buoni sentimenti», l’antidoto alla tv di Cogne, di Avetrana, dei delitti e dei plasiti. Forse è la soglia d’un cambiamento”. [...] Fiorello è ancora in un’età in cui piace ai ragazzi ed è ben visto da più anziani, è un talento proteiforme che sa ballare, dialogare, danzare, satireggiare”.

Invece su La Stampa, Mario Baudino propone un interessante confronto tra i due programmi del lunedì sera, il Grande Fratello di Canale 5 e lo show di Fiorello: “Quando ha mostrato uno spezzone della trasmissione rivale – e sconfitta -, Fiorello ha compiuto un gesto spettacolare e simbolico. Forse non si è trattato solo del piacere di mostrare il compiersi di una profezia, visto che era stato Aldo Grasso, a proposito della deludente partenza del Grande Fratello, a chiedersi qualche tempo fa se non sarebbe stato proprio l’imminente Fiorello a decretarne la fine. È presto per una risposta. È vero però che, rima a parte, le due trasmissioni sono l’una l’opposto dell’altra; ci parlano non solo di due concezioni della vita, ma soprattutto di due modi di raccontarla. Sono romanzi diversi: e come accade nei romanzi o nei film, si fronteggiano la «presa diretta» su un’ipotetica realtà e la confezione di una realtà che sa di essere anche menzogna. Il «reality» ha l’ambizione di narrare la realtà pura e semplice, così com’è, senza interferire; anzi di lasciare che si racconti da sé. Lo show professionale, levigato, educato, chiede invece di abbandonarsi alla gradevolezza della finzione. Che Fiorello e Bublé siano davvero amiconi non sembra importante. Che lo siano o non lo siano i partecipanti del Grande Fratello, dal punto di vista dello spettatore, è decisivo. Nel primo caso crediamo senza problemi alla finzione, nel secondo abbiamo un’opinione, per quanto futile tanto è vero che i ragazzi del GF si accusano a vicenda di recitare, benché inconsapevolmente o meno recitino tutti quanti. Vivono nel risultato di un esperimento altrui, ma si presentano come vita «vera». Fiorello non manda questo messaggio. E quando apre una finestra sul GF non lo fa probabilmente per umiliarlo, ma per mostrare la differenza fra le due narrazioni. Il pubblico ha scelto in massa la sua anche perché, come ha osservato Massimo Gramellini, corrisponde al sentimento di oggi, dopo l’indigestione di nani e ballerine. È vero, potrebbe anzi essere uno sguardo nostalgico a tempi che si ritengono più costumati e felici. Una certa idea di realtà-reality ha perso smalto, è diventata ripetitiva e alla lunga è stata riconosciuta come inganno. Così, smascherata un’illusione, ci siamo rivolti in massa a quella di segno opposto. Tanto per far contento Leopardi”.

Intanto nella terza puntata, Fiorello avrà come ospiti Tony Bennett (reduce dal recente successo di The Lady is a Tramp interpretato in duetto con Lady Gaga), il fratello Beppe (prossimamente su Raiuno con la nuova fiction Sarò sempre tuo padre), Elisa, Roberto Bolle e Ficarra e Picone. Inoltre, secondo indiscrezioni ufficiose, sarebbe in corso una trattativa con Adriano Celentano.


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