Rassegna stampa: la presentazione di Gavazzi a candidato presidente FIR

Creato il 28 giugno 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Simone Battaggia per La Gazzetta dello Sport

Non è un caso che il lancio della candidatura di Alfredo Gavazzi alla presidenza Fir avvenga a Parma. Giancarlo Dondi è a suo fianco e si commuove. «Dopo 16 anni sento di aver fatto qualcosa, anche se è stato il movimento a raggiungere gli obbiettivi. Sosterrò Gavazzi e sarò a sua disposizione per un aiuto, un consiglio». Si snocciolano l’entrata nel Sei Nazioni, i 70.000 dell’Olimpico per Italia-Scozia, la solidità finanziaria (bilancio di 37,5 milioni di €, ma meglio non chiedere se si renderà pubblico, come fanno le grandi federazioni mondiali ma anche Fidal e Fip), i 90.000 tesserati «quando nel 1996 erano 26.000, e alcuni scritti in matita». Anche i 90.000 dichiarati oggi andrebbero spiegati — i seniores non superano un terzo, e a fronte del boom nel minirugby c’è la difficoltà delle giovanili — ma si è in campagna elettorale, sebbene non si sappia quando si voterà né come (il regolamento è vincolato al nuovo Statuto, in mano al commissario ad acta).
Prime scaramucce. C’è da battere Gianni Amore, siciliano in tour per l’Italia, ma soprattutto lo spauracchio veneto, regione che dal 1927 non ha mai espresso un presidente
ma che ora sembra unita dietro la sfida lanciata da Treviso. «Io non mi sono mai candidato contro qualcuno — punzecchia Dondi —. Gavazzi non ha fatto ancora i conti ma io sì, e so che vincerà». (…)

Giorgio Sbrocco per QS

UN BRESCIANO alla guida del rugby tricolore dopo Aldo Invernici? Ieri presso l’hotel Ducale di Moletolo di Parma il presidente uscente Giancarlo Dondi, «ci sono troppe cose che non sono più disposto a tollerare, perciò esco di scena», ha presentato il candidato Alfredo Gavazzi, consigliere federale, bresciano come Invernici, imprenditore di successo e fondatore del Calvisano campione d’Italia. «Si tratta di una candidatura nella quale credo fermamente – ha dichiarato Dondi – e che in caso di successo garantirà credibilità e linearità nelle direzioni di marcia del rugby italiano». La presenza di Dondi al fianco di Gavazzi e dell’avvocato livornese Nino Saccà, vice presidente Fir, fotografa la linea di condotta che
il presidente uscente (membro dell’esecutivo Irb) intende adottare in vista della prossima tornata elettorale (settembre?). Il prestigio personale e le ampie quote di consenso sul territorio riconducibili a Dondi sono da considerarsi, da ieri, virtualmente “trasferite”
in capo al candidato Gavazzi.
IN FORZA di un procedimento che appare politicamente credibile, probabilmente non “automatico”, forse vincente. Perché di tanta credibilità ci sarà bisogno per contrastare e battere la cordata made in Benetton che si propone di mettere in campo, dietro a un
candidato di alto profilo (Zatta, Biagini?), un “pack” capace di sovvertire un risultato che sembrava scontato. Corsi e ricorsi storici: il fronte del Veneto, che si sgretolò (Treviso e Rovigo da una parte, Padova dall’altra) nel 1984 ai tempi della successione a Invernici -vinse Maurizio Mondelli-, sembra sul punto di presentarsi compatto alle urne. In uno scenario, però, profondamente cambiato: la Nazionale è nel Sei Nazioni, San Siro e L’Olimpico fanno sold out per gli azzurri, due squadre professionistiche disputano la Celtic e nelle casse federali girano 40 milioni di euro l’anno (attività internazionale e diritti ad esse collegati), che fanno della Fir la seconda federazione più ricca dello sport italiano. (…)

Gianluca Barca per Il Giornale di Brescia

PARMA Dopo l’ufficialità del comunicato, per la candidatura di Alfredo Gavazzi a presidente della Federazione Italiana Rugby è arrivata quella dei fatti. Nel senso che anche la coreografia vuole la sua parte e ieri, in un albergo di Parma, a sostenere pubblicamente il fondatore del Calvisano si sono presentati il presidente uscente Giancarlo Dondi e il vicepresidente vicario Nino Saccà. Un «endorsement» plasticamente forte, con i tre seduti allo stesso tavolo a ribadire unità assoluta di vedute sul futuro del movimento ovale italiano, continuità della linea politica espressa in questi anni («ce la chiedono i nostri partner internazionali» ha spiegato Dondi) e volontà di consolidare i traguardi raggiunti, come ha sottolineato Gavazzi. Insomma, lo slogan di questa campagna elettorale, per la corrente riunita ieri Parma, potrebbe essere «continuità e consolidamento», anche se lo stesso Dondi ha ribadito che il programma di Gavazzi non è il medesimo del presidente uscente, «ma contiene elementi di rinnovamento, perché i tempi si evolvono e bisogna sempre adattarsi alle novità».
Quanto a Dondi, a farlo recedere dall’ipotesi di candidarsi per un quinto mandato, oltre «al desiderio di dare finalmente spazio ai vice», è stato anche il disappunto per il comunicato
della Benetton che pochi giorni fa ha dichiarato di cercare «soluzioni alternative all’attuale dirigenza federale». «Io mi sono sempre candidato per qualche obiettivo, mai contro qualcuno», ha spiegato Dondi, seccato. Per i non addetti ai lavori, l’appoggio a Gavazzi da parte di Dondi e Sacca è come se alle prossime politiche il candidato primo ministro Alfano avesse il sostegno di Monti e Bersani (è una forzatura giornalistica, sia chiaro). Il che ha fatto dire al presidente uscente che «Gavazzi vincerà in carrozza», a prescindere dagli eventuali rivali (al momento c’è solo il siciliano Amore). (…)
La data delle elezioni sarà decisa nel consiglio federale del prossimo 20 luglio. Dal momento della pubblicazione del bando dovranno trascorrere come minimo 30 giorni.

Paolo Mulazzi, La Gazzetta di Parma

Dopo 16 anni di presidenza Dondi si può dire che è comunque il nuovo che avanza il 62enne Alfredo Gavazzi, secondo candidato ufficiale alla presidenza Fir dopo Gianni Amore.
Uomo federale per tutti e quattro i mandati di Giancarlo Dondi, deus ex machina del Calvisano, Gavazzi fu uno dei propugnatori dell’entrata italiana in Celtic già sette anni fa. A tirargli la volata, fatto piuttosto insolito e da leggersi come una replica all’aperta dichiarazione di sfiducia annunciata da Treviso, il gotha ha della federazione stessa ovvero presidente, Dondi, e vice, Nino Saccà. I tre hanno tenuto ieri una conferenza stampa a
Parma. «Dovevamo far vedere al movimento, ma soprattutto ai soci del Sei Nazioni e ai celtici, un’unità in federazione dopo la decisione di non ricandidarsi da parte del presidente che ringrazio per avermi individuato comesuo successore» è l’incipit di Gavazzi. Un presidente che ha quasi monopolizzato la scena incalzato dalle domande della platea,
talvolta rispondendo per il suo candidato. Visibilmente commosso all’inizio e graffante alla
fine, Dondi ha sottolineato i risultati ottenuti nel corso dellasua epopea e non ha risparmiato
frecciate all’indirizzo di Treviso.«Il programma federale c’è, è molto chiaro, ambizioso ed è noto a tutti; mi fa strano – incalza Dondi – che chi dice di essere al vertice del rugby italiano faccia finta di non sapere. Mi sarei aspettato lealtà e confronto. Naturalmente alcune cose potevamo farle meglio e non ci siamo riusciti, ma le sistemeremo. Io non mi sono mai candidato contro qualcuno». Riguardo agli obiettivi, Dondi ha ribadito quello di entrare nelle prime otto del ranking «entro due anni», Gavazzi si è soffermato sulla necessità della crescita dei settori giovanili italiani e dei loro tecnici. (…)


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