Rassegna stampa dedicata all’edizione 2013 del Concerto del Primo Maggio condotto da Geppi Cucciari. La lunga maratona, trasmessa da Rai3, ha raccolto dalle 15.00 alle 16.18 un pubblico di 1 milione 129 mila telespettatori (9.63% di share) mentre la prima parte dalle 16.18 alle 18.54 è stata vista da 1 milione 243 mila (11.34%). La seconda parte dalle 20.00 alle 21.17 ha registrato 1 milione 810 mila (7.46%) mentre l’appuntamento in prima serata, dalle 21.20 alle 23.57, ha totalizzato 1 milione 829 mila (8.08%). “Il Concertone ha fatto il suo tempo” scrive Aldo Grasso sul Corriere della Sera:
Il Concertone del Primo Maggio ha da tempo esaurito la sua funzione comunicativa, se mai ne ha avuta una. La festa è solo per chi è lì, presente in piazza San Giovanni a Roma, per qualche cantante, per qualche esibizionista, per pochi altri. Il Concertone del Primo Maggio non è più un evento e la sua resa televisiva (su Rai3) è sconfortante, la conduzione di Geppi Cucciari (come in passato altri suoi colleghi) non può che conformarsi a questo spirito di orfani in movimento. Lo ha capito persino il segretario della Cgil Susanna Camusso (vestita per l’occasione come una giovane militante dell’Associazione Pionieri d’Italia del Pci, camicia bianca e fazzoletto rosso), quando ha accusato la kermesse di essere «segnata dal tempo». Più che segnata dal tempo, la manifestazione è un corpo estraneo all’interno della retorica con cui di norma si esprime il sindacato (per Bonanni «le famiglie sono caricate come muli», come se un giovane avesse mai visto un mulo in vita sua). Lo hanno capito Elio e le Storie Tese che hanno partecipato al concerto per prendere in giro il concerto, magari con una raffinatezza che è scivolata via, come la pioggia che raffreddava gli animi del pubblico. La cosa più incredibile che ho letto sul Concertone è che diventerà un «social movie». Attraverso un’applicazione gratuita per smartphone, ogni utente ha potuto «creare, taggare e inviare video» di durata massima 15 sec. I migliori contenuti diventeranno parte del progetto «One Million Eyes, Baby» un ambizioso lungometraggio che avrà in cabina di regia Stefano Vicario. Stefano Vicario, il regista di «Il pranzo è servito», «La sai l’ultima?», «La corrida», «Lo show dei record», «I migliori anni», «Il gatto e la volpe», Festival di Sanremo e altri. Ecco, se il Concertone deve finire nella mani di «La sai l’ultima?», allora è meglio chiuderlo.
Il Giornale si sofferma sulla conduttrice, uscita “ridimensionata” dall’estenuante diretta televisiva di Rai3:
C’è stato poco da ridere al Concertone presentato dalla comica Geppi Cucciari, una che sembra sempre a un passo dallo «sfondare» ma non ci riesce mai. Poteva essere la sua occasione per fuggire dalla nicchia in cui è imprigionata, quella della gente che piace (solo) alla gente che piace. Invece esce ridimensionata dalla estenuante diretta televisiva di Raitre. Quel palco e quella platea sono troppo grandi per lei: nervosa come se le avessero levato il prezioso bifidus per una settimana; esagerata quando spara: «Siamo in 700mila»; impappinata ogni volta che l’imprevisto della diretta la costringe a improvvisare; mal supportata dagli autori che le farciscono il copione di freddure; imbarazzata quando deve recitare pistolotti impegnati. In una parola: pare sempre fuori posto. Gli unici momenti in cui appare (fin troppo) convinta sono quelli in cui ironizza sul Concertone medesimo. Ma allora che c’è andata a fare?
Per Stefania Carini di Europa Quotidiano Geppi Cucciari non ha saputo gestire il “bello della diretta”:
Ah il concertone! Potremmo copia incollare quello che scrivevamo l’anno scorso, visto che nulla cambia. Gli Elii ne hanno fatto la parodia, ma poi pure loro erano su palco: è sempre un esserci e un farci, nessuno va mai fino in fondo. Ah, la paraculaggine! Arte tutta italiana. Come quella di voler essere “alternativi”. Così durante lo show del pomeriggio, per votare i propri beniamini, non si usava il televoto ma lo squillo gratuito. Perché parlare di sms, anche gratuiti per dire, sarebbe parso troppo moderno, troppo capitalista, troppo di destra. Il televoto è da reality, talent, Mediaset! Ma forse l’effetto sbiadito del concertone è dovuto anche ad altro. Alla morte della nostra capacità di fare spettacolo. A presentarlo c’era Geppi Cucciari. L’osannata Geppi. Geppi quella brava molto brava. E l’abbiamo scritto talvolta anche noi. Forse però è sempre questione che il resto è molto peggio. O, anche, che non tutti possono fare tutto. A un certo punto è andato via il gobbo elettronico, e Geppi tutta in panico ha chiesto aiuto, ha lasciato il palco, è andata dietro le quinte, è tornata con dei fogli. Alla faccia di saper condurre! Che è anche saper improvvisare, e gestire “il bello della diretta”. A un certo punto ha chiesto al pubblico di cantare quella canzoncina là, quella sulle signorine, e quelli hanno cantato Bella Ciao (ciò dimostra che la gioventù di sinistra si estinguerà soprattutto biologicamente, visto che capisce di dover cantare “faccela vedè, faccela toccà” solo al secondo suggerimento). In quanto donna e comica Geppi voleva far vedere di saper giocare sulla volgarità al maschile. Il tutto per riempire un vuoto in scaletta. Invocare la volgarità del pubblico ma metterla tra parentesi: un modo paraculo per coprire la propria incapacità di legare insieme momenti diversi dello show, quelli tra un’esibizione e l’altra. E pensare che quando Geppi apparve a Sanremo solo un anno fa pareva pure possibile farle condurre il festival.