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Ratzinger si dimette, che cosa c’è dietro?

Creato il 12 febbraio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

 

Il mondo cattolico è quello più coinvolto da questo evento di portata storica. Dall’altra parte invece chi è meno coinvolto crede poco alle giustificazioni della Santa Sede e si lascia andare alle ipotesi più svariate, da quella del complotto contro il Papa a quella di un ennesimo coinvolgimento dello IOR in qualche scandalo internazionale. Per il momento solo ipotesi queste, tempestivamente smentite dal Vaticano che rassicura. Riflettendo si fa fatica a capire che un Pontefice che lascia il suo trono è un qualcosa di una gravità immensa. Nonostante si cerchi di minimizzare, ieri è successo qualcosa di epocale che va ben oltre la salute del Papa o quant’altro.  Wojtyla è stato testimone, una delle leggi divine che regolano la vita della chiesa è che dalla croce non si scende ma sulla croce si muore. Ratzinger invece ha violato uno dei dogmi fondamentali del cristianesimo, la croce . In più di duemila anni di storia esiste un solo precedente, quello di Papa Celestino V che si dimise dopo soli 5 mesi di pontificato, non reputando più opportuno prestarsi alle pressioni di Carlo D’Angiò e dei suoi faccendieri. Fu successivamente catturato e rinchiuso da Papa Bonifacio VIII nel castello di Fumone dove rimase fino alla morte. Le motivazioni di Ratzinger non hanno però nulla a che vedere e non sono neppure equiparabili con quelle di Celestino V. Questa decisione “improvvisa” in realtà circola da parecchio tempo. Non sarà che il “prepensionamento” del Pontefice sia una presa di distanza, ora che non è più in grado di dare risposte e dopo essere crollato sin dall’inizio del suo pontificato, sotto i colpi dell’autorità giudiziaria e del dissenso popolare ?  Per la chiesa Ratzinger fu senza dubbi una scelta infelice dal principio, quando la Corte distrettuale di Harris County (Texas) lo indagò e nel gennaio 2005 fu imputato per “ostruzione alla giustizia” e per sospetta copertura dei casi di abusi da parte di preti. Questa imputazione è ancora oggi in vigore, ma Ratzinger non può essere processato poiché è stata accolta dall’allora presidente Bush la sua formale richiesta di immunità in quanto “Capo di Stato in carica”. Il pesante passato di Ratzinger ha arrecato un danno di immagine enorme alla chiesa, sia sul piano economico, sia sul piano spirituale e morale, sia sul piano dei rapporti con le altre confessioni creando anche all’interno della stessa istituzione profonde spaccature. Anche il record di sbattezzi negli ultimi anni è un dato estremamente rilevante. Il presupposto di pontificato di Ratzinger è ancora longevo e data la situazione creata sarebbe devastante per la chiesa. Anche le politiche di Ratzinger contro gli omosessuali ma non solo, si sono rivelate controproducenti perchè controcorrente e retrograde confronto alla quello che è stato di fatto lo sviluppo della società civile. Anche il confronto tra lui e il suo predecessore non è stato certamente di aiuto per Ratzinger.  Credo sia anche importante e fondamentale considerare che in una monarchia come il Vaticano di cui Ratzinger è monarca assoluto e al tempo stesso leader religioso, il fatto che si creino spaccature interne tanto gravi come quelle che si sono create durante il pontificato di Ratzinger, lo abbiano ormai delegittimato di quel controllo assoluto, indispensabile per mantenere un potere monarchico assoluto come quello sul quale nasce non solo lo Stato del Vaticano, ma anche l’intera istituzione religiosa.Francesco Zanardi Segretario ligure DA

 


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