Altro motivo per la candidatura di Ravenna sono le tradizioni. In un’Europa allo sbando sia economico che soprattutto nei valori, avere profonde radici serve per mantenere i nervi saldi, per avere dei punti fermi a cui ancorarsi, così il futuro e l’innovazione la si accetterà senza proteste sterili. Intendo le proteste a volte infondate che accadono oggi. Chi si rifugia in un passatismo ad oltranza è perché ha paura del futuro, si vuole tornare al passato, si vuole quello che non c’è più. Ebbene Ravenna è intrisa di tradizioni, usi e costumi “sentiti” e non per folklore. Non ci credete? Leland un giornalista americano, studioso del folklore sentite un po’ cosa scriveva alla fine del 1800: ”C’è nel Nord Italia una zona montagnosa conosciuta come la Romagna Toscana, i cui abitanti parlano una forma grezza di dialetto bolognese. Questi romagnoli sono evidentemente una razza molto antica e pare abbiano preservato tradizioni ed usi quasi immutati da un periodo di tempo incredibilmente antico”. E continua. “Tra questa gente la stregoneria esiste ad un grado tale che molti Italiani ne rimarrebbero stupiti. Questa vecchia religione, è qualcosa di più della magia e qualcosa di meno di una fede. Consiste nelle rimanenze di una mitologia di spiriti, i principali dei quali conservano i nomi e gli attributi degli antichi Dei Etruschi”. Ciò di cui parla Leland è ciò che oggi si cerca, la conoscenza delle stagioni, del movimento delle nuvole, la conoscenza delle erbe, della frutta dimenticata ( sorbole, nespole, giuggiole ecc) i proverbi e i detti antichi che nascondono tanta saggezza, il rispetto alla natura sancito dal buonsenso… ecco la tradizione. E ci sarà un motivo se certe leggi seguono in qualche caso la tradizione invece che la norma.immagine di Teoderica, Sileno giacente io non credo al nulla



