Il Genio delle acque dopo il restauro
(Foto: restaurando-design.blogautore.repubblica.it)
Il ritrovamento del Genio delle acque e di altri mosaici di I e II secolo d.C. è avvenuto casualmente. I reperti appartengono ad una residenza di epoca imperiale romana, con mosaici geometrici in bianco e nero appartenenti a quattro ambienti che si aprivano intorno ad un'area adibita a cortile. Quest'ultima era pavimentata con un mosaico in bianco e nero e recava al centro un pozzo per attingere acqua dalla falda sottostante. Il Genio delle acque è l'unico mosaico con motivi figurativi portato alla luce negli scavi ravennati, che hanno interessato anche altre domus.
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Il pozzo della domus
(Foto: restaurando-design.blogautore.repubblica.it)
Sono numerose le domus e le villae che cominciarono, allora, a sorgere nella campagna circostante e verso il mare. Proprio l'unico mosaico figurato finora rinvenuto, il Genio delle acque, conferma il forte legame di Ravenna con l'elemento liquido, con il mare, con i fiumi e le aree lagunari e lacustri.
Da diversi anni la Fondazione Ravennantica, che gestisce il complesso trecentesco di San Nicolò, dove sono ospitati i mosaici e i reperti delle domus ravennati, si occupa, attraverso svariate iniziative, della valorizzazione del patrimonio artistico costituito dall'antica città di Classe, dalla Basilica di S. Apollinare in Classe, dalla Domus dei Tappeti di Pietra e dalla settecentesca chiesa di S. Eufemia.
La mostra, allestita il 29 maggio di quest'anno, chiuderà i battenti il 31 dicembre 2015. Per informazioni si può telefonare al numero 0544213371, oppure inviare una mail a: press@ravennantica.org.