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Raw In Sect – Blue Haze

Creato il 21 novembre 2014 da Iyezine @iyezine
Raw In Sect iniziano il loro viaggio nel mondo estremo delle sette note nel 2005, dando alle stampe il primo demo di esordio nel 2007 ed un secondo nel 2011. Il primo lavoro sulla lunga distanza arriva sempre quell'anno (“Red Flows) portandoli a suonare in giro per l'Europa con band del calibro di Overkill, Immolation, Krisiun e Rotting Christ, dopo di che la band torna in studio, con la collaborazione in fase di produzione e mixaggio di Matt Bayles (Alice In Chains, Mastodon, Soundgarden, Pearl Jam) per registrare questo ottimo Blue Haze. Bisogna ammettere che gli ateniesi hanno fatto passi da gigante, essendosi ormai evoluti in una creatura che si nutre tanto di metal quanto di rock, sorta di camaleonte che cambia colore alla sua pelle, passando da devastanti assalti thrash a canzoni elaborate, intimiste, succhiando linfa dai vari generi della nostra musica preferita e regalando brani di difficile catalogazione ma oltremodo affascinanti. L'album parte a bomba, con le ottime On The Run e All Instincts Trip, ma già dalla terza e bellissima Cutting My Skin, il thrash messo sul piatto dalla band si trasforma in qualcosa di diverso: le ritmiche rallentano, le atmosfere si fanno cupe ma molto più ragionate, le due parti di Black Stoner, poi, ci regalano una traccia grandiosa, tra Corrosion Of Conformity e Black Label Society. Arriviamo quasi alla metà del disco e la band ancora stupisce, il songwriting, come un rettile, cambia pelle ed esce fuori l'anima prog: le atmosfere etniche di brani come la title-track avvicinano la band a realtà come gli Orphaned Land, mantenendo quell'approccio alternative che fa tanto Tool, per attimi di musica sopra le righe. High On Waves e 10th Circle risultano trip etnici, che turbano e affascinano, musica che va oltre, consegnandoci una band davvero originale ed un album che, come tutte le opere "difficili", ha bisogno di crescere dentro l'ascoltatore che si entusiasmerà da tanta carne messa al fuoco con sapienza dalla band greca. Certo non un lavoro per i fan del thrash tradizionale, ma opera a 360°, Blue Haze farà la gioia di chi si approccia alla musica senza pregiudizi e paraocchi di sorta, da avere.Tracklist: 1. On the Run 2. All Instincts Trip 3. Cutting My Skin 4. Black Stoner (Part I & II) 5. Abeer Qassim Hamza (A Glowing Shade) 6. Blue Haze 7. Migraines 8. Drowning in the Norm 9. High on Waves 10. 10th Circle 11. ΥттατίαLine-up: George Vasilopoulos - Bass, Vocals (backing) Bill Kranos - Guitars Jim Alexiou - Drums Kostas Diamandis - Vocals, GuitarsRAW IN SECT - Facebook" itemprop="reviewbody" />

Recensione

  • Etichetta: WormHoleDeath
  • Anno: 2014
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Nata come band death, dalle intricate strutture tecniche, la band greca ha virato verso un thrash maturo, arrivando al secondo full-length, dopo la firma con la nostrana WormHoleDeath.

I Raw In Sect iniziano il loro viaggio nel mondo estremo delle sette note nel 2005, dando alle stampe il primo demo di esordio nel 2007 ed un secondo nel 2011.
Il primo lavoro sulla lunga distanza arriva sempre quell’anno (“Red Flows) portandoli a suonare in giro per l’Europa con band del calibro di Overkill, Immolation, Krisiun e Rotting Christ, dopo di che la band torna in studio, con la collaborazione in fase di produzione e mixaggio di Matt Bayles (Alice In Chains, Mastodon, Soundgarden, Pearl Jam) per registrare questo ottimo Blue Haze.
Bisogna ammettere che gli ateniesi hanno fatto passi da gigante, essendosi ormai evoluti in una creatura che si nutre tanto di metal quanto di rock, sorta di camaleonte che cambia colore alla sua pelle, passando da devastanti assalti thrash a canzoni elaborate, intimiste, succhiando linfa dai vari generi della nostra musica preferita e regalando brani di difficile catalogazione ma oltremodo affascinanti.
L’album parte a bomba, con le ottime On The Run e All Instincts Trip, ma già dalla terza e bellissima Cutting My Skin, il thrash messo sul piatto dalla band si trasforma in qualcosa di diverso: le ritmiche rallentano, le atmosfere si fanno cupe ma molto più ragionate, le due parti di Black Stoner, poi, ci regalano una traccia grandiosa, tra Corrosion Of Conformity e Black Label Society.
Arriviamo quasi alla metà del disco e la band ancora stupisce, il songwriting, come un rettile, cambia pelle ed esce fuori l’anima prog: le atmosfere etniche di brani come la title-track avvicinano la band a realtà come gli Orphaned Land, mantenendo quell’approccio alternative che fa tanto Tool, per attimi di musica sopra le righe.
High On Waves e 10th Circle risultano trip etnici, che turbano e affascinano, musica che va oltre, consegnandoci una band davvero originale ed un album che, come tutte le opere “difficili”, ha bisogno di crescere dentro l’ascoltatore che si entusiasmerà da tanta carne messa al fuoco con sapienza dalla band greca.
Certo non un lavoro per i fan del thrash tradizionale, ma opera a 360°, Blue Haze farà la gioia di chi si approccia alla musica senza pregiudizi e paraocchi di sorta, da avere.

Tracklist:
1. On the Run
2. All Instincts Trip
3. Cutting My Skin
4. Black Stoner (Part I & II)
5. Abeer Qassim Hamza (A Glowing Shade)
6. Blue Haze
7. Migraines
8. Drowning in the Norm
9. High on Waves
10. 10th Circle
11. Υттατία

Line-up:
George Vasilopoulos – Bass, Vocals (backing)
Bill Kranos – Guitars
Jim Alexiou – Drums
Kostas Diamandis – Vocals, Guitars

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