Durante il Secondo Conflitto Mondiale, le razioni alimentari dei soldati americani contenevano l'ormai onnipresente cioccolato. Ciò che molti non sanno, tuttavia, è che la famigerata "razione D" era ben diversa dalle prelibatezze al cioccolato che siamo abituati a gustare.
Il primo cioccolato d'emergenza incorporato nell'equipaggiamento dall'esercito nordamericano fu la "razione D", commissionata all'azienda Hershey's Chocolate nel 1937 dal colonnello Paul Logan.
L'esigenza dell'Esercito era quella di poter avere una razione di cioccolato che rispondesse ai seguenti requisiti: - Peso di 112 grammi - Alto valore nutritivo - Resistente ad alte temperature - Sapore "di poco migliore a quello di una patata bollita"
Per quanto riguarda peso, valore nutritivo e resistenza, è facile immaginare le ragioni: facilità di trasporto e utilizzo in qualunque scenario bellico del pianeta, indipendentemente dalla temperatura. Ma per quale motivo si voleva distribuire un cioccolato quasi insapore?
Il primo cioccolato della razione D era composto da cioccolato fondente, vanillina, zucchero, burro di cioccolato, latte in polvere, farina d'avena e un mix di aromi. L'insieme di ingredienti forzò i chimici della Hershey a creare un metodo di produzione del tutto nuovo: ogni singola tavoletta veniva parzialmente lavorata a mano, ottenendo un blocco di cioccolato marrone scuro capace di resistere a temperature di 49°C senza sciogliersi.
Il problema è che, per ottenere questo risultato, fu necessario sacrificare il gusto del cioccolato. Le menti dietro all'idea della "razione di Logan" (la prima versione della razione D) si giustificarono sostenendo che il gusto del cioccolato avrebbe costretto i soldati ad utilizzarlo solo in caso di emergenza; ma anche in condizioni di estrema necessità, sembra che il sapore così amaro di questa barretta rimanesse del tutto disgustoso.
La consistenza, inoltre, era del tutto simile a quella di un mattone: spesso si era costretti a tagliarlo con un coltello prima di poterlo mangiare senza correre il rischio di spezzarsi un dente.
Nonostante tutto, una tavoletta di "razione di Logan" forniva circa 600 calorie. Calcolando che ogni razione D conteneva 3 tavolette di cioccolato come fornitura giornaliera, ogni soldato aveva a disposizione 1.800 calorie di cibo disgustoso da utilizzare in situazioni d'emergenza.
La "razione di Logan" venne sostituita nel 1943 dalla Tropical Bar, progettata per essere inclusa nella nella nuova "razione K" (anche se la tavoletta di cioccolato in dotazione dell'Esercito continuò ad essere chiamata "razione D").
La Tropical Bar aveva un sapore e una consistenza più simili a quelle del cioccolato normale, ma restò comunque un pasto d'emergenza ben poco appetitoso. Il cioccolato della razione venne per lo più utilizzato in situazioni di reale emergenza alimentare, o come merce di scambio con i residenti allo scopo di ottenere cibo migliore.
Si stima che tra il 1940 e il 1945 vennero prodotte e vendute oltre 3 miliardi di razioni D e Tropical Bars per i soldati americani dislocati nei diversi scenari bellici del tempo. La produzione della Hershey passò da 100.000 razioni D al giorno nel 1939, a 23 milioni alla settimana verso la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo la fine del conflitto, la Tropical Bar rimase nella dotazione delle forze armate americane, fino ad essere dichiarata obsoleta verso la fine degli anni '60, facendo un'ultima apparizione a bordo della missione Apollo 15 del 1971.
La Hershey non produce più cioccolato per l'esercito. L'ultima produzione con destinazione militare fu la "Congo Bar", una tavoletta di cioccolato ideata nei Natic Labs dell'Esercito in grado di non sciogliersi se esposta ad una temperatura di 60°C.
La Congo Bar venne distribuita in 144.000 unità ai soldati che hanno partecipato alle operazioni Desert Shield e Desert Storm; anche se il suo sapore era notevolmente migliore della Trpical Bar, il sapore non era dei migliori, e la produzione venne interrotta dopo la fine del conflitto.
Hershey’s Tropical Chocolate Bar Ration D Bars