L'elezione di Napolitano era assolutamente inattesa dato che proprio quest'ultimo, il 14 aprile, aveva pronunciato le seguenti parole: "Non mi convinceranno a restare. Mia elezioni non è soluzione e sarebbe al limite del ridicolo".
Il nuovo mandato di Napolitano ha il medesimo significato che avrebbe avuto l'elezione di Marini: la scelta ponderata del Partito Democratico di fare un governo con il PDL.
Con Napolitano sarà infatti finalmente possibile, in un modo o nell'altro. Ci potrà essere un finto governo tecnico appoggiato in Parlamento da Pd, Pdl e Scelta Civica o addirittura un governo più politico con ministri pescati da una parte e dall'altra. Era questo l'obiettivo fin dall'inizio e per arrivarci si è arrivati a creare un caso unico nella storia della Repubblica: la rielezione del Presidente uscente.
La scelta scartata dai democratici si chiama Stefano Rodotà i cui consensi sono andati ben oltre il M5S: un largo appoggio e dichiarazioni di stima da parte del popolo italiano che, impotente, ha dovuto assistere al suo svilimento. Non conta niente l'opinione degli italiani; per i leader del Partito Democratico non contano nulla neppure i loro militanti tant'è vero che la Finocchiaro su di loro si è espressa in questo modo: "Ma chi è questa gente? Cosa vogliono?"
Quando l'elezione di Napolitano si faceva sempre più vicina la piazza si è riempita autonomamente, anche prima dell'appello di Beppe Grillo di scendere in piazza. I militanti del PD hanno strappato le loro tessere come a voler rispondere alla Finocchiaro sorda alle loro proteste. La rabbia è continuata a crescere e forse le parole di fuoco di Grillo che ha denunciato un colpo di stato sono state eccessive in una situazione così delicata tant'è che in seguito ha rinunciato a presentarsi a Montecitorio. Quel che è certo è che se di colpo di stato si vuole parlare questo è già avvenuto nel momento in cui la nostra democrazia rappresentativa ha smesso di rappresentare il popolo italiano.
Sono state bellissime le immagini dei parlamentari del M5S in piazza a parlare con le persone, a cercare di calmare una folla eterogenea. Vito Crimi ha dovuto subito chiarire che non era li come rappresentante del Movimento, la piazza non aveva infatti colori politici: tantissimi 5 stelle certamente ma anche piddini (giustamente i più inferociti), militanti di SEL, addirittura fascisti di forza nuova. Non un uomo dei partiti che hanno accettato lo scempio della rielezione di Napolitano ha avuto il coraggio di uscire e spiegare la propria scelta; forse perchè, evidentemente, una spiegazione accettabile non esisteva e, ancora una volta, avevano paura dei propri elettori. Come se fosse una cosa normale.
Non so se il Partito Democratico sopravvivrà a queste giornate: hanno compiuto un suicidio politico che potrebbe addirittura formalizzarsi in una o più scissioni. In ogni caso, quel che è certo, a meno di clamorosi stravolgimenti, è che alle prossime elezioni staranno a guardare la vittoria del PDL o del M5S con il primo drammaticamente favorito da un leader che mette d'accordo tutti. Il PDL è Silvio Berlusconi, senza di lui il partito non esiste. Il PD poteva condannare l'eterno nemico a 7 anni di Stefano Rodotà che non avrebbe accettato una parola, un atto, un decreto legge che andasse contro l'etica e la morale della nostra Costituzione, altro che ipotesi di farlo senatore a vita, ipotesi di una grazia o semplice omertà com'è sempre stato fino ad oggi. Sarebbe stata la sua fine, invece i democratici hanno scelta in piena autonomia di salvarlo, dargli un'importante voce in capitolo nel prossimo governo e spingerlo alla vittoria nelle prossime elezioni.
Complimenti, quest'oggi siete stati il peggior nemico del nostro Paese.