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Re Giorgione

Creato il 28 dicembre 2014 da Marcopress @gabbianone

Scriviamo il discorso di fine anno prima che Giorgio Napolitano esca tra ali di folla osannante: ha silurato Satana e impedito al popolo di esercitare il pericolosissimo diritto di voto, che altro chiedere a un re, poverello, pungolato da Angelino Alfano, non dal generale Radetzky?
Ah, ci fosse davvero il re, non saremmo presi-per-i-fondelli da un lupetto. Ma questo accade e accadrà a lungo, sia che si voti sia che no, Res publica nemmeno delle banane che, almeno, si distinguono per il bollino.
Insomma, altro che Giorgio, per fortuna per noi è stato l’anno di Giorgione: su Sky abbiamo guardato più di lui solo la Giuve, noblesse oblige. Fieri di aver visto non più di tre-minuti-tre dei due programmi-fuffa del martedì, Ballarò e quello nuovo (che se ci chiedete su che rete siano collocati, quello nuovo e quello vecchio, non lo sappiamo, di certo Floris sta asfaltando Giancarlo Gianna Giannini, al suo posto un palo era lo mismo), la nostra quasi nulla tivvù, «Juve credici» a parte, è Gambero Rosso Channel, lì dove proviamo ammirazione totale per Igles Corelli ma Giorgione ci fa impazzire perché ingombra, sgombra, eccede, stende i suoi ditoni sul cibo, non ne disegna uno che possa attirare la nostra attenzione, neanche un particolare solo per farsi guardare, ma ci attrae con quel suo cucinare-vulcano, un Chinaglia dei fornelli, sogniamo il momento in cui se ne andrà mandando affanculo Valcareggi (cult).
Anche nel 2014 il gabbianone ha prodotto più di cinque dipendenti pubblici insieme (ah come detesto le generalizzazioni, mi piacessero avrei detto dieci), come sempre senza ferie pagate, permessi, buoni pasto (eh ma il Jobs Act non vale per il pubblico, andate-a-cagare). Del resto il “precari-sempre” è l’unico modo per far lavorare le persone, mentre per non farle lavorare basta piazzarle in una scuola: luogo massimo dell’imboscamento, in questo paese barbaro costringono ancora i bambini a portare mille libri in un unico zaino quando basterebbe un tablet per renderli smart davvero, ma non chiediamo troppo, accontentiamoci, viviamo la fase lupetto 2.0, #stiamosereni.
Il popolo è più colpevole di Giorgio: bravo lui a non farlo votare. Un buon proposito per il 2015 è che, se capitasse, non ci convinceranno a infilare la scheda nello scatolone, mai più. Un altro è di convincere Giorgione a salire al Quirinale (i tempi sono stretti, ma questo post servirà): meglio un Piattone di un Piattino (cult bis). Un terzo è di sfornare la classifica dei migliori 50 album italiani di sempre (potrà accade il primo gennaio come il 31 dicembre, non siamo quelli delle slide e delle false promesse).
Tra gli auspici vorremmo che i mondiali del Brasile si rigiocassero, che Ibra facesse coppia con Carlito, che la Germania ci invadesse, che Angelona ci dirigesse, che i giornali di carta venissero scritti dai giornalisti e non dai politici, che la pallavolo fosse abolita per legge, che Twitter divorasse Facebook, che Mogol cedesse all’endorsement per Panella, che Severgnini ci costringesse per una volta a non commentare le sue ovvietà con il solito «grazie al cazzo».
Nel 2015, invece, ascolteremo ancora tanti colleghi lagnarsi ma poi mettersi in fila pecorelle per la formazione imposta dall’Odg. Abbiamo scritto una e-mail al presidente dell’Ordine Enzo Iacopino che aveva spalmato agli iscritti 12mila battute di spiegazione sul perché e il percome. Chiedevamo noi spiegazioni in 500 battute: la sintesi ci esalta non meno della finta di Garrincha. Non ci ha risposto. Malissimo, ma siamo ancora in attesa che qualcuno giuri di aver letto un articolo di Iacopino per cui per noi Iacopino non esiste, l’Odg nemmeno e il giornalismo è in via di estinzione.
Quello non estinto fa ancora bene il suo mestiere. Il massimo nemico sono i querelanti: quanti ne abbiamo conosciuti, ci fanno tutti vomitare, quelli che scopano con le calze a rette (stracult) e quelli no: siamo buonissimi, ma non dimentichiamo nulla.
Il gabbianone continua intanto a volare. Più snello. Nel 2014 ha pubblicato, con questo, 231 post, 19,25 al mese, 0,63287671232 (la solita calcolatrice a 12 cifre) al giorno. Potremmo non scrivere più e i nostri post più consolidati ci garantirebbero comunque entrate per i posteri che Padoan si sogna una copertura così. Siamo sempre sicuri di avere ragione, nessun dubbio che il dopo Giorgio non avrà i nostri applausi, che il Jobs Act non conterrà una risposta per la nostra Libertà, che la Cena degli Uomini sarà ancora l’evento dell’anno. Auguri a tutti, aficionados. A Pagliaccionia non hanno ancora saputo cambiare la legge elettorale. Siate felici, italiani. Almeno fino a quando l’Isis ve lo consentirà.



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