Ieri è stata una giornata tutta in viaggio da Aluva nela Kerala a Kandla nel Gujaratt, dove mi trovo ora.
Sono stati 4 giorni importanti e totalmente in solitudine e come fossi in convento (mi viene in mente Camerino) nel senso che sono quei momenti nella nostra vita in cui un pensiero può arrivare fino in fondo, non disturbato dalle continue sollecitazioni che il movimento e la vita di ogni giorno impongono.
Sono rimasto colpito la sera prima dalle persone che mi hanno fatto “il trattamento” alle inservienti ed infine alle due dottoresse, i calorosi saluti che mi sono stati fatti, quasi ci conosciessimo da una vita, e questa manifestazione di amicizia l’ho particolarmente sentita.
Siamo rimasti con l’arrivederci, nel senso che in questo posto voglio tornarci, per continuare un percorso che desidero approfondire.
Sono abitauto a girare fino da ragazzo, quando appena adolescente, mia madre mi mise su un treno per andare ad Atene da solo, allora si chiamava Orient Express e ci metteva 3 giorni per arrivare da Atene, partendo da Milano (arrivava da Parigi) e si passava per tutta la Jugoslavia fino a Skopije, dove si divideva, ed allora la divisione era netta in tutti i sensi, ed un pezzo in Grecia e l’altro in Turchia, Atene ed Istanbul, le due porte dell’Oriente, con tutta la loro storia. Da li poi il Mercoledì quando arrivai ad Atene c’era Vanghelis (Evanghelos Averoff Tosizza) ad aspettarmi alla stazione, in uno dei momenti recenti più bui della Grecia, quello dei colonnelli, in cui anche lui, venne messo in carcere diverse volte e picchiato.
Si rifece solo dopo il golpe del 74′, con Kostantino Karamanlis, diventando nuovamente ministro e questa volta della difesa, uno dei ministeri che scottano di più in Grecia.
Lui era il mio Tutore, da quando persi mio padre a 5 anni, era il suo migliore amico, e per questo si prese questa missione di fare da tutore a quello che mio zio George chiama “sismos”, io!
Sono stati anni difficili per la mia Famiglia, tanto da non poter più ritornare in Grecia fino al 1974, perchè anche io, nonostante mio Padre fosse morto dal 64′, ero figlio di un diplomatico. Ricordo ancora una terribile perquisizione della dogana quando mia madre ed io entrammo in Grecia nel 68′ dove mia sorella ci aspettava ad Atene, smontarono letteralemtne tutta l’automobile (fiat 124) a Patrasso e rimanemmo fermi un giorno per poter rimettere tutto in sesto.
Nella terra in cui mi trovo, in cui si parlano lingue diverse in ogni regione e ieri mi sono bene reso conto che le distanze, sia chilometriche che culturali sono immense, vedo molte cose in comune con quella che ricordo era la Grecia di quando ero piccolo.Particolarmente arrivando ieri a Buij, e mettendomi in automobile con un autista forsennato.. (è stato un viaggio metà ad occhi chiusi per la paura) mi sono ritrovato in una terra ricca di verde, colline e agricola, ma povera, sporca, in pratica desolante in in un certo senso, estrema conseguenza di una regione povera paragonbile a quella della Grecia 100 anni fa.
Per altro questo nell’entroterra, perchè mi spiegava il mio amico, Ranjan, che Kandal, quì vicino, è uno dei porti maggiori dell’India con un traffico di importazione immenso.
Oggi avrò modo di vedere meglio dove mi trovo e capire di più i significati, ma ieri quello che è stato più importante di questo viaggio è stato arrivare quì.
Tutto comincia da un contatto con questo mio amico circa 3 mesi fa, per sentici e scambiare 4 parole.In quelle quattro parole gli faccio presente che mi farebbe piacere rivederci e il mio desiderio di venire in India e lui dall’altra parte mi racconta di questa festa che viene fatta alle porte del deserto e si chiama Rann Utsav Festival of Kutch e che ha i due momenti più importanti nelle due Lune piene, una quella di Dicembre e l’altra quella di Gennaio, il 27!
A quel punto comincia il mio viaggio, con una promessa di essere li per il 27 Gennaio e dividere con lui e la sua Famiglia questo momento.
Due anni fa, in un momento difficilissimo della mia vita, quando ero quì con Elisabetta ed aravamo arrivati a Siliguri per poi andare a Darjeeling dove mi asspettava il mio amico Nepalese, Santos Lama, per farci poi incontrare un Gurund Rimpoche dei miracoli (che poi non ci furono), erano state chiuse le aree per arrivare a Darjeeling in quanto c’era una sommossa del partito locale (Gorka) contro il governo Indiano per la liberazione della loro terra che sembra venne fondata da comunità Nepalesi.
Da li l’assoluti divieto di arrivare a Darjeeling e la mia disperazione, con Elisabetta con me, ad un “passo” dall’arrivare alla meta, e nella impossibilità di farlo.
Ho tirato matti tutti, scritto e-mail fatto il mondo in quattro, chiusi in un albergo con una montagna di zanzare cattive a cui fare attenzione, e lui, Ranjan, che era in un convegno di una società per cui abbiamo lavorato ambedue, da ex collega, mi offre una mano, ed iniziamo a pensare ad una azione per poter portare Elisabetta a Darjeeling.
Nel frattempo mi risponde il vice-presidente del partito Gorka, dicendomi che possiamo andare a Darjeeling con una ambulanza con una croce rossa bene visibile ed a ogni posto di blocco, chiamare un numero telefonico per i lasciapassare.
Da li inizia una odissea e questo amico, si fa in quattro e alla fine troviamo una ambulanza, con due persone che si offrono volontarie per arrivare a Darjeeling.
E così abbiamo fatto, riuscimmo a partire per Darjeeling, grazie anche alla sua amicizia!
Lui, come tanti altri, mi ha aiutato, in un momento molto difficile, ed io non potevo oggi, mancare questa promessa!
Sono quì, felice di esserlo, questa è l’amicizia, questi sono i momenti della vita da condividere profondamente.
Oggi è anche la Festa della Repubblica Indiana e in televisione sto guardano la grande parata a Delhi, con Sonia Gandhi presente!
Andiamo avanti, il deserto di sale ci aspetta!
Buona Luna Piena a tutti!