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Reading women

Creato il 27 gennaio 2014 da Fedesku
“Per me, oggi, non c’è niente di più sexy di una donna che legge“. Forse se tutti gli uomini la pensassero come Jonathan Franzen, l’autore della frase appena riportata, le donne leggerebbero di più e forse anche gli uomini (quantomeno per compiacerle). Invece la situazione italiana in fatto di lettura è sempre più allarmante e non c’è sex-appeal che tenga. Leggo a tal proposito sul quotidiano: “quattro italiani su dieci non sono in grado di leggere il senso di una semplice frase e di scrivere il contrario. Sei su dieci non hanno gli strumenti per capire un articolo breve”. Che l’Italia occupi gli ultimi posti in Europa nella classifica dei paesi lettori non è una novità; in compenso siamo i primi in quella dei possessori di smartphone: più che leggere, ci piace cazzeggiare…Però ora non voglio occuparmi dei milioni di persone che non leggono almeno un libro l’anno, ma di quei pochissimi (tra cui la sottoscritta), per i quali la lettura è amore e passione e promuovere tre scritti che ho letteralmente divorato: 1. “Eccoci qui“. E’ stata considerata una delle donne più intelligenti e crudelmente spiritose della sua generazione, quella che si andava emancipando a caro prezzo tra le due guerre. E dunque a prezzo di solitudine, fatica, disagi. “Ma, dopo tutto“, concludeva una sua ironica e tragica poesia su varie ipotesi e modalità di suicidio, “tanto vale vivere“. Qui Dorothy Parker ci propone dieci racconti di varie lunghezze allineando un capolavoro di satira sociale sul tema del razzismo visto nei salotti bene (Composizione in bianco e nero), un esempio di pensiero femminile degno di entrare nei manuali di psicologia (Consigli alla piccola Peyton), e un pezzo di rara empatia su una condizione femminile (Una bella bionda). Le sue righe ci offrono una lezione di stile, un esempio di scrittura limpida e semplice, qualche ora di lettura acuta, intelligente, insuperabile. 2. “Acquanera“. Effetto seppia, non c’è un altro modo per dirlo; inabissandosi in questo libro la grana delle immagini si fa più grossa, si entra in un mondo parallelo, remoto eppure vicinissimo, dove i morti stanno coi vivi e le donne hanno i doni e segreti che pesano come maledizioni. Se fate parte di quell’esercito di lettrici che ha amato “La casa degli spiriti” di Isabel Allende, non esiterete a seguire Fortuna, che dopo dieci anni torna a casa, a Roccachiara, paese dimenticato da Dio e dal mondo. Torna da una madre, Onda, che non l’ha mai amata e che ai vivi preferisce i fantasmi. E torna perché hanno trovato un cadavere che forse è quello della sua amica Luce, scomparsa da anni. A tratti ingenuo ma potente come un incantesimo, il secondo romanzo di Valentina D’Urbano riavvolge la trama per capire cos’è successo. Ci fa sentire sulla pelle la fatica di crescere in una famiglia di donne allontanate e temute da tutti. E la solitudine di una bambina: così potente da diventare un buco nero che distrugge chi ami. 3. “I ragazzi Burgess“. Elizabeth Strout racconta storie della provincia americana…

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