Real Madrid-Milan 2-0: Mourinho dà un altro dispiacere agli ex-cugini rossoneri...

Creato il 19 ottobre 2010 da Antoniogiusto

Real Madrid-Milan, classicissima europea, vede trionfare i padroni di casa. Un secco 2-0 è la punizione inflitta da José Mourinho a chi aveva «osato» paragonarlo al collega milanista Allegri, due a zero proprio come il bilancio delle Champions League vinte dai due allenatori.
FORMAZIONI - Adduttore destro e caviglia sinistra fermano rispettivamente Abbiati e Thiago Silva: in campo Amelia, all'esordio milanista, e Bonera. Allegri opta per il tridente offensivo composto da Ibrahimović, Pato e Ronaldinho con Robinho pronto a subentrare. Il Real Madrid risponde calando un poker d'assi: Cristiano Ronaldo, Özil, Di María e Higuaín, con Khedira a spalleggiare il regista Xabi Alonso. Mourinho accantona le gomme da masticare e l'arbitro Pedro Proença fischia l'inizio.
PARTITA - Il Real Madrid apre e chiude il primo tempo, concedendo al Milan un breve interludio nella parte centrale. Un Cristiano Ronaldo a cinque stelle segue i consigli di Muhammad Ali: punge come un'ape in occasione dell'1-0 (13') e vola come una farfalla sull'esterno, eccedendo forse nel dribbling, a tratti pleonastico esercizio di stile privato di responsabilità dal raddoppio di Özil, giunto un minuto dopo con l'involontaria ma evidente collaborazione di Bonera. La reazione del Milan si fa attendere, e per vedere i rossoneri dar noia a Casillas bisogna attendere che suoni la personalissima sveglia di Pirlo. Qualche invenzione dello staticissimo Ronaldinho non impensierisce Mourinho, mentre Ibrahimović persevera nella propria latitanza europea acuita forse dall'incontro con colui che fu suo pigmalione nell'ultimo anno interista. L'ingordigia di un egoistico Di María grazia il Milan sul finire della prima frazione, quando una disgraziata transizione difensiva genera un due contro cinque inspiegabilmente sciupato da mancino di Rosario.
I secondi quarantacinque minuti sono avari di gol e di emozioni. Un Milan pigro, di cui Ronaldinho è l'alfiere, se ne infischia dei fischi e dei pensieri di Mano Menezes, sostituto di Dunga sulla panchina della Seleção. Cristiano Ronaldo dà modo all'arbitro di metter mano al cartellino ed ai propri di tifosi di citare Homer Simpson: «Ronal... d'oh!», esclama qualcuno al 70', quando il brillantinato portoghese manda alto il pallone del 3-0. Poco male, il Madrid vince lo stesso, ma almeno Mourinho prende paura: Allegri butta nella mischia Inzaghi, ma è troppo tardi.
CHIAVE - Al 13° minuto la barriera del Milan si apre: sembra il Mar Rosso, anzi rossonero. Il conseguente vantaggio madrileno spiana agli uomini di Mourinho la strada verso una vittoria messa in ghiaccio sessanta secondi più tardi da un Mesut Özil in versione congelatore.
CHICCA - Si potrebbe fare il nome di Mario Ferri, invasore di campo di professione apparso sul terreno di gioco dopo circa sessanta secondi. Più interessante riflettere sulla presenza di nove campioni del mondo in campo dal primo minuto o sulle sedici Coppe dei Campioni presenti complessivamente nelle bacheche dei due club.
MOVIOLA - Il prossimamente quarantenne (3 novembre) direttore finanziaro - e di gara - Pedro Proença fa il proprio dovere, senza sbavature.
TATTICA - Forte del doppio vantaggio maturato nel primo quarto d'ora, il Real Madrid gestisce il possesso del pallone con disarmante facilità. Perché la sfera trascorra qualche istante tra i piedi di un rossonero sarebbe necessaria l'attuazione di un pressing al momento improponibile, viste le precarie condizioni atletiche della banda di Allegri.
PROMOSSI&BOCCIATI - Il marmoreo Ronaldinho è una statua inopinatamente posizionata sulla trequarti, Cristiano Ronaldo sembra invece un Bronzo di Riace con ai piedi gli scarpini griffati. Ibrahimović assente ingiustificato ed ingiustificabile, Pato non pervenuto. Özil e Di María incarnano la vivacia della gioventù, cui Amelia si oppone coraggiosamente. Con lui si salvano parzialmente Zambrotta e Pirlo, mentre spicca la prestazione del lusofono duo difensivo madrileno composto da Carvalho e Pepe.
Antonio Giusto
Fonte: Goal.com

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