Al di là del primo impatto emotivo, che è stato notevole, in seguito all’attacco alle Twin Towers si sono scatenate reazioni d’ogni genere, spesso condite con un alto tasso di retorica. Mi ricordano quello che avvenne qui in Italia il 16 marzo 1978, quando fu rapito Aldo Moro. Ricordo Almirante che invocava la pena di morte (lui se ne intendeva, visto che all’epoca di Salò firmava le esecuzioni…), sostenuto da un Ugo La Malfa tutto tremante (che strano, due avversari politici all’epoca della Resistenza che affermavano la stessa cosa…).
Quell’11 settembre è stato purtroppo l’occasione per rinverdire tradizioni culturali che non ci fanno certo onore… Gli intransigenti da una parte che inveivano contro l’Islam (senza fare i dovuti distinguo) e si sdilinquivano per sostenere l’assoluta verità del verbo stelle e strisce, dall’altra gli antiamericani viscerali che sotto sotto godevano nel veder colpito il cuore di New York. Ai primi, che hanno perso un’occasione per ridiscutere e rivedere la storia, ricordo gli errori delle amministrazioni statunitensi nel foraggiare i Talebani (contro l’Unione Sovietica che occupò l’Afghanistan nel 1979) e Saddam Hussein (contro l’Iran), salvo poi fare dietrofront e nascondere responsabilità oggettive; ai secondi, schiavi di un odio cieco e irrazionale per ragioni falsamente ideologiche, rammento che esultare di fronte alle immagini del crollo delle Torri Gemelle è semplicemente da stronzi, nulla più.
Mi interessano di più quelle ricerche, quelle analisi, quegli approfondimenti stile Michael Moore che cercano di conoscere i motivi di ciò che è accaduto, osando persino andare contro i luoghi comuni di destra e di sinistra (che poi sono gli ostacoli maggiori per capire veramente e senza pregiudizi la realtà dei fatti). Insomma, anche a distanza di dieci anni, restano in molti ad avere spesse fette di prosciutto sugli occhi e a dimenarsi come ossessi osannando Zio Sam o ingiuriandolo… ma con questi atteggiamenti non si va da nessuna parte, non si è mai andati da nessuna parte, o meglio, si va soltanto a ricordare i morti e a chiedersi perché…
©Marco Vignolo Gargini