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Si consegna assieme a un gruppetto di suoi uomini ad Alphonse , capo dei ribelli che vuole risolvere tutto in maniera pacifica. Si arriva a un accordo ma tutto viene scavalcato da ordini arrivati direttamente dalla Francia. E tutto questo perchè sta impazzando la campagna elettorale presidenziale.A entrambi i contendenti ( Mitterand e Chirac) serve un gesto forte e le trattative coi ribelli non sarebbero ben spendibili dal punto di vista elettorale. Durante l'attacco muoiono due militari e molti ribelli Kanak.
Si saprà dopo che molti dei ribelli sono morti dopo la cattura, vittime di barbare esecuzioni da parte dei militari.
A Kassovitz evidentemente piacciono le sfide: perchè se è vero che sotto la polvere del tappeto della sala grande di Buckingham palace c'è nascosta la strage del Bloody Sunday, negli armadi dei saloni presidenziali a Parigi c'è uno scheletro grosso così che si chiama Nuova Caledonia.
Il film è strutturato come un countdown di dieci giorni dall'inizio della crisi fino al suo esito e Kassovitz sceglie per sè la parte del capitano Legorjus, dalle cui memorie è tratto questo film, passato ingiustamente ( ma in modo atteso per l'argomento che tratta, anche qui qualcosa da nascondere più che da mostrare) sotto silenzio.
Quello che colpisce subito, pure troppo devo dire, è lo stile forbito di regia che sceglie un'estrema vivacità nei movimenti della macchina da presa e si affida a sequenze piuttosto complesse.
Il problema è che forse è uno stile un po' troppo laccato, molto americano ( il film dal punto di vista tecnico non ha nulla da invidiare alle superproduzioni hollywoodiane) per la materia che sta raccontando ma sicuramente non distoglie dal ritmo pressante del racconto.
Dal punto di vista sostanziale è un film a tesi: il titolo originale L'ordre et la morale è tratto da una frase che dice il ministro che si occupa della crisi al capitano Legorjus: c'è la logica e la politica e in questo momento particolare la politica deve cercare di ristabilire con ogni mezzo l'ordine infischiandoesene anche della morale.
Rebellion è un durissimo e accorato je accuse rivolto alle stanze e al ruolo della politica: pur trattando avvenimenti reali del 1988, Kassovitz racconta dell'immutabilità della politica che è interessata solo alle proprie dinamiche elettorali, ai voti , anche se costano vite umane.
In questo non si schiera da una parte o dall'altra perchè Mitterand e Chirac pari sono stati in questa situazione : non ha comandato la logica ma solo l'importanza della campagna elettorale.
E' una distinzione piuttosto manichea vista dalla prospettiva di una delle parti in campo e quindi non sappiamo quanto attendibile fino in fondo: però chissà perchè il discorso che si fa sulla politica sembra molto più rivolto all'attualità che al passato.
Pur di essere eletto un politico sarebbe capace di fare tutto o quasi.
Da una parte ci sono i Kanak, barbari quanto si vuole ma che tengono al mantenimento della parola data, dall'altra c'è la politica che in nome dell'Ordine sacrifica la Morale.
E per farlo usa il suo braccio armato, l'esercito che non fa preecisamente una bella figura.
Un prezzo altissimo , pagato senza battere ciglio.
Rebellion è un film che ha lo spirito del cinema di impegno civile, quello improntato alla protesta contro i massimi sistemi, una pellicola che coniuga efficacemente il senso dello spettacolo con l'urgenza di un messaggio "forte".
Talmente forte che al botteghino è stato praticamente ignorato.
( VOTO : 7,5 / 10 )
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