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Il primo [•REC] aveva prepotentemente portato sotto i riflettori la nuova moda di fare horror: quella del mockumentary mescolata alla tecnica del found footage. Un'iniezione di adrenalina dentro un sistema venoso affamato di brividi di paura . Il secondo capitolo aveva sostanzialmente confermato soprattutto la tecnica del primo ma con una storia molto più articolata e con degli snodi narrativi piuttosto duri da mandar giù.
Il terzo capitolo che vede il solo Paco Plaza dietro la macchina da presa e che nelle intenzioni doveva essere un prequel o qualcosa di simile è in realtà contemporaneo agli avvenimenti del primo film che viene richiamato in maniera evidente con il riflesso dei demoni nello specchio che rimanda a quello della vecchia posseduta del primo film e in modo più subliminale quando per esempio in alcune scene negli schermi di televisioni accese compaiono immagini riconducibili all'epidemia del condominio da cui sembrava originare tutto.
Un contemporary-quel insomma.
Ma c'è da divertirsi. E parecchio anche.
Tutto parte dal matrimonio di Koldo e Clara, giovani, belli e innamorati. Non una ma due telecamere riprendono l'avvenimento: una è tenuta da un invitato, l'altra dall'incaricato di fare il filmino delle nozze che ha aspirazioni tenute a malapena segrete di fare il regista di cose ben più ispirate ( parla di cinema veritè, di montaggio leggero, qualcosa alla Renoir insomma ...son parole sue).
E quando ormai si è rassegnati ad assistere al più innocuo filmino di matrimonio mai realizzato, uno di quelli da vedere neanche sotto tortura succede il macello.
Un massacro di proporzioni bibliche.
Succede anche un'altra cosa inaspettata e siamo circa al ventesimo minuto: Paco Plaza pur non rinunciando a fonti suppletive di punti di vista per le sue immagini (le telecamere di sicurezza per esempio) abbandona quasi del tutto la tecnica del found footage optando per una tecnica più tradizionale , una regia più elaborata che rinuncia all'aria fintoamatoriale che contraddistingue questo genere di films.
E già che c'è dà una rispolverata al coté religioso della saga in modo decisamente originale.
[•REC]3: Génesis quindi prosegue a rotta di collo con zombies sempre più affamati e crudeli contro non contagiati in cerca di salvezza all'interno del resort in cui si celebrava il matrimonio. Koldo e Clara sono separati dagli eventi e il film segue le rispettive traiettorie : Koldo si veste con l'armatura di San Giorgio e spadone mentre Klara dopo aver tagliato il vestito e mostrato un quadricipite femorale con giarrettiera da svenimento ( e l'amico che è con lei gradisce molto nonostante sia circondato da zombies) si arma di motosega per dissezionare cadaveri come se ci trovassimo nell'ultimo slasher americano.
Una goduria assoluta il delirio di sangue e frattaglie sparso per ogni dove, l'uso di armi particolari (oltre alla motosega e allo spadone direi anche un frullatore con cui asportare parte della faccia a uno zombie) e quel neanche tanto sottile senso di ironia alla Raimi che pervade il tutto.
Un 'ironia talmente sbracata e scorretta che fa sorgere il sospetto di un certo qual intento parodistico.
[•REC]3: Génesis ha un aspetto vintage da horror americano anni '80 con colori accesissimi ma coniuga il tutto con la modernità degli effetti speciali ( veramente notevoli) e con un linguaggio registico vivacissimo.
Paradossalmente il ritorno a una regia tradizionale fa quasi apparire vecchia la tecnica del found footage o del mockumentary che aveva creato il successo dei primi due capitoli della saga oltre che corroborare una moda partita dallo storico The Blair witch project.
[•REC]3: Génesis è una scheggia d'orrore impazzito che in 70 minuti scarsi non fa prigionieri.
A questo punto la curiosità per il quarto capitolo previsto per fine anno aumenta a dismisura.
E Letizia Dolero in abito da sposa è di una bellezza che stordisce.
( VOTO : 7,5 / 10 )
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