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RECENSIOEN A FREDDO – RoboCop

Creato il 03 aprile 2014 da Fabioeandrea

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Non si può fare una recensione di questo orrido remake di José Padilha… perché è un’AMERICAGATA da guardare e dimenticare (e dimenticare… e dimenticare… e dimenticare ancora!!!)… quindi mi limiterò a farvi un elenco di alcune considerazioni:

1) I remake a me stanno antipatici a priori. Immaginatevi poi il remake di un film che ha segnato la mia infanzia come Robocop – Il futuro della legge (1987). Un’opera cinematografica di Paul Verhoeven che è un autore di serie A molto sottovalutato secondo il mio punto di vista. Guai a toccarmela, avevo detto. E lo hanno fatto ugualmente. B A S T A R D I.

2) La sceneggiatura è fatta da cinque teste (Edward Neumeier, Nick Schenk, James Vanderbilt, Michael Miner, Joshua Zetumer)… il che di solito lascia presagire sfracelli… E infatti, non mi sbagliavo. Cinque teste che non hanno niente altro da dire che ovvietà ed espressioni di merdosissimo patriottismo americano pieno di imperante voglia di prevalere sugli altri stati. E vi rimando all’ultimo punto. B A S T A R D I.

3) Joel Kinnaman, questo sconosciuto, lascia presagire una recitazione da schifo… E anche qui, la Cassandra (che sarei io) ci ha visto bene. Dio quanto vorrei, ogni tanto, avere torto!!!

RECENSIOEN A FREDDO – RoboCop

4) Le performances di Gary Oldman, Michael Keaton e Samuel L. Jackson non sono infami ma, non sono neanche una cosa memorabile… e credo sia a causa del vuoto di scrittura intorno ai loro personaggi… Sono così vuoti che l’esercito di terracotta contro il quale Fantaghirò doveva battersi, in confronto, sono pieni di passioni come il cast di Il mondo di Patty.

5) La storia non è né carne, né pesce. Al centro, c’è sempre RoboCop con la sua difficoltà a vivere una vita normale essendo un cyborg (quindi magari ha più affinità con il frigorifero o la macchinetta del caffè, fate voi)… ma senza avvicinarsi mai a quella potenza delle immagini e apoteosi della violenza che resero il film l’originale del 1987 tanto degno di nota. Non mancano i soldi. Mancano le idee… e si vede.

RECENSIOEN A FREDDO – RoboCop

6) Di per sé avevo apprezzato la scelta di optare per Pedro Bromfman come autore della colonna sonora. Speravo di sentire qualcosa di completamente nuovo, ma lui ha preferito rifugiarsi sul sicuro e la musica diventa puro sottofondo invisibile. Musica?!? Perché c’era musica dentro il film?!? Davveeerooo?!?

7) La regia di José Padilha soffre di ipertrofia dell’ego (yeah… sono un brasiliano e l’America mi ha chiamato per lavorare lì, quindi sono bravo!!!… ehm… guarda ha chiamato anche Gabriele Muccino, quindi, fatti due conti) e stavolta ha fatto il passo più lungo della gamba spinto dalle hollywoodane forze oscure. Non fa inquadrature sbagliate ma, è una regia puramente tecnica. Una maestranza delle più pure…

8) Con tutto il rispetto, questi film che vengono rifatti su roba anni 80, solo per aumentare l’uso degli effetti speciali, con l’aggravante di non esibire nulla di ciò che sono i veri timori di questi nuovi Anni Dieci sono filmetti INUTILI. Ed è ora che lo capiate… CASSO!

9) Michael Keaton è terrificante… malgrado mi faccia piacere rivederlo. Cambiato agente?!?

10 )Tutta la mia buona disposizione nei confronti del film è andata a fondo quando Samuel L. Jackson, nei panni di un giornalista, ha urlato nel finale: «L’America è e continuerà a essere la più grande nazione sulla faccia della Terra!». E il film si chiude. FUCK OFF!!!

Fabio Secchi Frau


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