Genere: Azione
Regia: Noam Murro
Cast: Sullivan Stapleton, Eva Green, Lena Headey, Andrei Claude, Mark Killeen
Durata: 102 min.
Distribuzione: Warner Bros.
Dopo l’inaspettato (e meritato) successo di 300 con le gesta del re spartano Leonida contro l’esercito immenso dei persiani capitanti da Serse, l’uomo dall’aspetto divino e sovrano dell’impero di Persia, l’idea di una prosecuzione della storia ha avuto in questi mesi molta diffidenza da parte del pubblico e della critica. Il pregiudizio nel cinema non è un metodo auspicabile per la visione di un film perché limita il giudizio e la valutazione dello stesso. Per questa ragione, gli ateniesi avevano di fronte non uno, ma due avversari: l’esercito di Artemisia, interpretata da Eva Green, e la truppa carica di preconcetti degli spettatori. Il risultato è stato certamente positivo, perché 300 – l’Alba di un impero è riuscito a sconfiggere il pregiudizio con un film dal ritmo feroce e accattivante. Il regista Noam Murro, che ha preso il posto di Zack Snyder, si è difeso bene proponendo una combinazione di azione e violenza degna del fumetto di Frank Miller. La fotografia, l’elemento cardine con la prevalenza del color seppia e con il contrasto tra il rosso del sangue (presente già nella pellicola precedente) e il blu del mantello degli ateniesi, ci riporta dentro le singole immagini che prendono forma come le pagine del graphic novel, aiutate da una regia che mette insieme carrellate e inquadrature simili ai piani americani dei più classici film western senza appesantirne la visione.
La storia non narra né una vicenda avvenuta in precedenza alle gesta di Leonida né una successiva alla morte dei 300 spartani. La pellicola è situata nel mezzo, trattando l’avventura di Temistocle (Sullivan Stapleton), guerriero ateniese celebre per le sue gesta nella battaglia a Maratona, con la conseguente sconfitta dei persiani e la morte del Re Dario sotto gli occhi del figlio Serse (Rodrigo Santoro). Il personaggio desidera un’unione tra le Città Stato come unica soluzione per abbattere l’impero del “Dio Re” di Persia, e per imporre questa possibilità deve prima convincere gli spartani, unico popolo che è in grado da solo di poter contrastare le truppe di Serse. Non sarà facile per lui convincerli, dal momento che Leonida e la moglie Gorgo non hanno per niente intenzione di stipulare accordi con nessun greco. L’unico modo per avere un briciolo di speranza è che Atene dimostri sul campo (in questo caso le acque del Capo Artemisio) che anche loro sono capaci di combattere e di vendicarsi dello scempio che i persiani hanno commesso alla loro amata città. La vendetta viene rappresentata su entrambi i fronti, perché ciascun personaggio, dal democratico Temistocle alla passionale e brutale Artemisia, ha perso un tassello della propria esistenza: il primo la democrazia e la seconda la dignità. In entrambi la voglia di combattere è l’unica condizione per vivere e il desiderio di vedere l’altro affondare spinge a commettere determinate scelte. Le pecche in questo film ci sono e sono evidenti: l’eccessivo uso dello slow motion è certamente servito a rimpiazzare le mancanze della sceneggiatura di Snyder, con lo scopo di rappresentare uno spettacolo pirotecnico di sangue e morte che sicuramente piacerà agli amanti del fumetto (un po’ meno agli altri). Inoltre l’attore Sullivan Stapleton non è riuscito a riempire il vuoto lasciato da Gerald Butler, capace con il suo carisma di costruire un personaggio complesso e imprevedibile. Si può constatare invece che l’aggiunta di Eva Green è riuscito in qualche modo a bilanciare la situazione, formando così una diatriba tra personaggi non così diversi come sembra.
Voto: 3 su 5
Il trailer del film