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Recensione a “2062 – Il castello delle Amazzoni” di Artemide B.

Creato il 11 settembre 2015 da Soleeluna
La recensione

La recensione

2062 – Il castello delle amazzoni di Artemide B. è ambientato in un’Europa del futuro che ha già attraversato una terza e una quarta guerra mondiale. È un’Europa divisa in stati e staterelli, e in questa  diversa Europa spicca la voce delle donne. La narrazione alterna le vicende della Presidentessa di Francia a Parigi e quelle di un gruppo di soldatesse superstiti che vagano nei territori Ugro-Finnici alla ricerca di un luogo dove realizzare il loro grande sogno: uno Stato fondato da donne e fatto di sole donne, la loro grande vendetta nei confronti del Vir Novus, lo Stato degli uomini. Mentre la Presidentessa Olympe festeggia la vittoria della Francia e sottomette la perdente del conflitto, la Prussia, le soldatesse giungono in un misterioso castello, le cui porte si chiudono misteriosamente alle loro spalle. Sembra non esserci alcun nesso tra le vicende delle soldatesse e quelle della Presidentessa. Ma alla fine tutto si spiegherà, lasciandoci momentaneamente a bocca aperta.

2062- Il castello delle Amazzoni è un romanzo sulle donne, sui rapporti che si creano nell’universo femminile, sul desiderio di assoluta indipendenza, sulla certezza di non aver alcun bisogno degli uomini. Il tema politico si intreccia a quello erotico assolutamente non banale e preponderante nella seconda parte del romanzo. Le giovani soldatesse dovranno affrontare infatti una serie di “prove di piacere” imposte da una misteriosa figura di donna. In queste prove emergerà la parte più umana, carnale e sensibile delle donne soldato, simbolo di indipendenza sì, ma anche bisognose di amore, in grado di provare forti sentimenti.

Lo stile è curato e ricercato, a volte fin troppo. Il tono rischia spesso di scivolare nella pomposità a causa di termini troppo ricercati e raffinati. Ma nel complesso dimostra una grandissima padronanza di stile da parte dell’autrice che sicuramente ha creato una sua marca ben riconoscibile. È forse proprio grazie a questi stile pulito che Artemide B. riesce a descrivere così bene le ambientazioni e i luoghi permettendoci quasi di “vederli” con i nostri occhi.

Alla fine del libro troviamo gli statuti della neonata Etruria Amazzone in cui spiccano ancora l’assoluta indipendenza, la libertà e la fiducia nelle capacità e negli animi femminili. Molto bello a mio parere l’elenco delle grandi donne della storia, tutte accuratamente citate, a prova che la storia della scienza, dell’arte e della letteratura non l’hanno fatta solo gli uomini.

Un libro coinvolgente, che può risultare un po’ pesante solo nelle fitte descrizioni degli Stati e della situazione politica, ma che si riprende subito l’attenzione del lettore grazie alla sapiente alternanza dei due fili narrativi.

Un grande talento quello di Artemide B., che speriamo di vedere ancora all’opera.

Recensione a cura di

Elena Ramella


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