Ed eccoci sintonizzati con un altro libro pubblicato da Fontana editore! Vi chiederete se, dopo le ultime recensioni solo in parte positive, anche questa risulterà un po' negativa... Il nostro intento infatti sarebbe quello di promuovere quanti più esordienti possibili, perché la maggior parte di essi, quando scrive, dedica cuore e anima, e molto del proprio tempo. Il loro lavoro, poi, spesso non è apprezzato quanto dovrebbe, molte volte non trova un giusto spazio - online, nelle librerie... - e alcune volte viene denigrato dall'editore che si limita a pubblicare il libro e poi "Grazie e arrivederci."
Sappiamo la fatica che si fa per emergere, perciò siamo propensi ad aiutare gli scrittori esordienti, che altro non sono se non nostri colleghi. Quando abbiamo aperto il Blog, però, ci siamo detti che avremmo aiutato soprattutto i più meritevoli, che avremmo recensito tutti fornendo però pareri imparziali e obiettivi, per fornire ai nostri lettori la possibilità di comprendere quale libro potrebbe essere adatto alle loro esigenze.
Alla luce di ciò, purtroppo ancora una volta ci tocca esprimere delle perlessità circa il libro che oggi vi presentiamo attraverso la nostra recensione. Auspichiamo che i dubbi che solleveremo aiuteranno l'autrice a migliorare e a crescere - dal punto di vista artistico!
- Recensione a "A qualcuno piace corto" di Barbara Gramegna.
Il libro si presenta come una raccolta di brevi racconti che hanno come filo conduttore il titolo dell'opera stessa. Infatti se questo può apparire equivoco non appena lo si legge, in realtà nei racconti presenti non vi sono affatto allusioni ambigue. Ciò che emerge immediatamente agli occhi del lettore è l'irriverenza di Barbara Gramegna, il suo stile fresco, moderno, ma anche immaturo...
I racconti spaziano dallo humour al noir senza che fra essi vi sia un legame apparente, questo è almeno ciò che si evince dalla lettura. Se alcuni di essi risultano a tratti divertenti, per altri comprendere a pieno il significato della storia non è immediato. Ci si ritrova alcune volte, infatti, a domandarsi quale fosse l'intento dell'autrice, cosa volesse trasmettere al lettore o addirittura cosa pensasse di scrivere lei stessa.
Lo stile di scrittura dell'autrice è moderno, emerge una spiccata ironia, un buon sarcasmo e una travolgente irriverenza.
Tuttavia lo stile pecca per alcune frasi già lette e sentite, per alcune espressioni troppo colloquiali e alcune volte anche elementari. Tavolta non si capisce se la scrittura di Barbara rifletta le parole che adopererebbe il personaggio trattato nel racconto oppure le sue, di parole. Alcuni suoi personaggi sono dei ragazzini, e lo stile di scrittura è molto simile a quello di una ragazzina: non è sempre molto maturo, è semplice, confidenziale. Non si può parlare di limpidezza sintattica, alcuni periodi sarebbero da ricostruire da capo.
I contenuti dei racconti sono veramente molti, la loro diversità fa assumere a questa raccolta l'idea della nostra società. Un mondo inframmezzato, diverso, mai eterogeneo.
Essendo i testi davvero brevi si fatica a immedesimarsi nella moltitudine di personaggi descritti, la loro psicologia è definita da poche battute e non sempre la si riesce a cogliere come si dovrebbe.
Dire che questo libro ci ha coinvolto sarebbe un'affermazione non vera, di certo lo stile di scrittura di Barbara, che è molto originale, incuriosisce e potrebbe essere un buon punto di partenza per iniziare a scrivere qualcos'altro.
I racconti da lei scritti presentano tematiche differenti ma di poco spessore, eccetto per alcuni, ad esempio "La vita è una tempesta". Questo racconto è infatti molto bello, Barbara descrive qualcosa di difficile e lo fa utilizzando metafore. Sempre questo racconto, però, meriterebbe di essere rivisto e perfezionato, perché alcuni periodi stonano troppo. Il contenuto e ciò che vuole trasmettere, però, è indubbiamente bello.
Suggeriamo a Barbara di iniziare a scrivere racconti simili, perché in essi la sua penna è migliore, anche se va comunque affinata, e i contenuti hanno più spessore. Le sollecitiamo poi di evitare racconti simili al primo della raccolta, poiché privi di sostanza e con l'obiettivo fastidioso di far ridere il lettore, senza, perlomeno con noi, riuscirci.
Auguriamo a Barbara un buon proseguimento e l'attendiamo qui sul Blog per valutare il suo prossimo libro!
Di seguito indichiamo solo alcune delle nostre perplessità riscontrate:
[...] - Ma no, stavolta non sono stato io .. (i punti di sospensione sono sempre tre)
[...] Dopo due minuti due, (cioè? Perché due volte due?),
[...] il Bomba, che sì sa, (si, perché non si tratta di un'affermazione!)
[...] Odio sti sporchi che invadono casa ('sti)
[...] C'era una volta un bambino ciccio, ciccio, ciccio, che aveva una mamma ciccia, ciccia, ciccia e una nonna ciccia, ciccia, ciccia. (espressione già letta in altri libri...)
Recensione a cura di Dylan Berro e Laura Bellini.