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Recensione a “Balcani” di Alessio Parretti

Creato il 07 dicembre 2013 da Soleeluna

392995_copertina_frontcover_iconAlessio Parretti ci propone il suo romanzo esordio: Balcani.
Quattro le voci narranti di questo romanzo che tratta un tema delicato come la guerra nei Balcani. Una guerra meschina e piena di orrori che altro non ha fatto se non lasciare un segno indelebile negli uomini che popolano quelle terre, non troppo distanti da noi.
Una guerra inutile, come tutte le guerre, del resto.

La guerra e il modo in cui la violenza è in grado di cambiare l’animo degli uomini, una situazione in cui vittime e carnefici si scambiano di ruolo travolti dall’insensata violenza che li circonda, dimenticando i valori della loro esistenza.

L’insensatezza della guerra ermerge nelle tre voci di “stranieri”, giovani italiani, impreparati ad affrontare ciò che si troveranno di fronte e un’altra voce, quella forse più toccante dell’intera storia, di uno studente d’ingegneria bosniaco che ci racconta l’odissea del suo paese attraverso le pagine del suo diario.

Una storia toccante che riesce a far leva su un episodio della nostra storia di cui si è parlato molto, ma che ora sembra dimenticato. Così non è per chi le conseguenza di quella guerra le porta ancora sulle spalle.
Spesso, alla fine di una guerra, sappiamo che più o meno tutti si sono promessi di non rifarla mai più, eppure ci si ritrova travolti in una nuova guerra, forse perché gli uomini non vivono senza violenza, o forse perché la loro memoria è così labile che si scordano dei terribili momenti  che la guerra trascina con sé.

Il ritmo della storia è lento, lo stile piatto, senza frasi ad effetto che avrebbero rovinato il contorno della trama. Non servono artificii per cogliere nel segno, raccontando una tragedia, e Alessio è riuscito bene a sviluppare questa storia senza cadere nel già detto, già scritto e già sentito.

I dialoghi sono ben dosati e inseriti con maestria all’interno della parte narrante.
La vicenda viene raccontata anche nel dettaglio, Alessio svolge un sorprendente lavoro di ricerca.
L’ambientazione, con la sua desolazione, molto suggestiva. Alcuni passi sono molto duri, quasi macabri, ma sono essenziali per la credibilità del romanzo.

I personaggi vengono delineati molto bene nelle loro diversità e inseriti alla perfezione nel contesto.

Un romanzo che vi suggeriamo di leggere anche per riflettere  e ricordare gli effetti che la guerra porta con sé!

 Recensione a cura di Dylan Berro e Laura Bellini


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