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Recensione a basso costo: La meccanica del cuore, di Mathias Malzieu
Creato il 16 agosto 2013 da Mik_94Lessi di loro per la prima volta sul risvolto di copertina di un volumetto targato Feltrinelli e decisamente troppo costoso per le mie scarse finanze. Dopo un lungo viaggio, insieme, erano arrivati in libreria proprio quel giorno. Era il mio diciottesimo compleanno, ma, dopo tutti gli euro spesi per una festa con gli amici di sempre e tutti i propositi di non comprare cose squisitamente al di fuori della mia portata, la mia scelta era ricaduta su altri libri; libri che, ora come ora, nemmeno ricordo. Allo stesso prezzo del romanzo di Malzieu, ne avevo comprati ben due. Una scelta saggia, da adulti: ciò che sarei stato io da quel giorno in poi, immaginavo. Alla fine, La meccanica del cuore era solo un romanzo per bambini troppo caro. Continuammo a corteggiargi in silenzio in libreria: lo prendevo tra le mani, lo soppesavo, fantasticavo sui malinconici ballerini in copertina, aspettavo nemmeno Dio sa cosa. All'inizio di agosto, poi, sono tornato a pensarci. Avevo visto il trailer del film di animazione sui cui tanto di era divagato, ed ero cotto a puntino. Il destino, per una volta, era dalla mia parte: il libro era in già in libreria ad aspettarmi, era appena uscito anche in edizione economica, era in sconto. Bingo! Il tempo di dare quei sei euro a un commesso tutto gentile e sorridente e già ero caduto tra le pagine. Ero per strada, camminando senza guardare dove mettevo i piedi, ma nel frattempo cadevo senza peso in quel racconto senza contorni netti. Bucavo quelle nuvole grevi presenti in Inghilterra in qualsiasi periodo dell'anno, planavo sui comignoli non lontani dalla mia amata Londra vittoriana, franavo sulla strana casa della strana Madeleine. Dal calore dell'estate ero passato al 16 Aprile del 1874, il giorno più freddo del mondo: i fiumi gelavano, gli uccelli cadevano al suolo come ghiaccioli, le fontane immobili sembravano lampadari in cristallo e, in una casa fuori mano, il piccolo Jack nasceva senza una mamma e senza un cuore. Il calore della misteriosa Madeleine aveva sopperito alla mancanza della prima; le sue mani miracolose avevano regalato non battiti, ma ticchetti, al secondo. Nel suo laboratorio, in un losco quartiere abitato da prostitute dall'animo gentile e da senzatetto con amori perduti in bottiglie vuote come le loro tasche logore, aveva cucito un orologio a cucù sul cuore gelato del bambino. Un meccanismo provvisorio, fragile, destinato a perdere i suoi vitali bulloni in caso di forti emozioni. In caso una donnina dal naso piccolo e dagli occhi grandi ed espressivi come quelli di un manga l'avesse fatto scoppiare di passione. Innamorarsi: vietato. Eppure nessun orologiaio, nessuna custode, avrebbe potuto manometterne i magici meccanismi ed evitarlo. L'amore è un rischio che tutti, in cerca di un dolce assenzio più caro dell'adrenalina, non vedono l'ora di correre. L'amore è cieco, ed altre frasi fatte simili... In realtà l'amore di Jack ci vede benissimo e, appena bambino, si innamora senza sapere nemmeno cosa significhi farlo. E' la piccola meraviglia che ha visto ballare e cantare in piazza a non vederci tanto bene: ha deciso che non le regalerà fiori, ma un mazzo di occhiali tutti storti. Ha deciso che la seguirà in capo al mondo, e oltre. A bordo di un monopattino supersonico, inseguito da un bullo che vuole tutto ciò che gli appartiene e aiutato da un inventore pazzo con la passione per una cosa sconosciuta chiamata cinema, passando per una Francia ancora senza Tour Eiffel e chiedendo consigli amorosi a un losco figuro inglese che si fa chiamare Jack Lo Squartatore, Jack scoprirà com'è pronunciare ad alta voce i loro nomi, insieme, e studierà le resistenze di quel suo cuore matto a forma di orologio che l'amore amaro potrebbe annientare, con un bacio negato o un addio. Strana cosa sono i sentimenti umani, strana cosa è questo La meccanica del cuore. Dopo un inizio fiabesco, un pianeta a parte da quello in cui mi aspettavo di atterrare. Inaspettato, ecco. L'ho visto come si fa con un cartone di Tim Burton – un cartone pieno di incursioni in un mondo di favole gotiche e nell'ignoto mondo dello steampunk – ma quello che ho provato a fine lettura non era la rilassatezza o il sospiro seguito a un bel lieto fine. L'amarezza mi aveva impastato le labbra, non sorridevo affatto. Malzieu ha scritto, infatti, una fiaba per adulti coriacei, con i nervi ben saldi e la matura consapevolezza che, ogni tanto, la bacchetta magica si può inceppare, il principe può fare cose stupidissime, la principessa può andare via con il pretendente sbagliato e che l'amore è una cosa idiota per persone intelligenti. E' vagamente triste, ma bello proprio per quel motivo. Molto francese, in questo, come L'eleganza del riccio e Le cose che non ho; come La vie en rose. In quelle 150 pagine, però, scorre anche sangue spagnolo: è sospettoso, possessivo, appassionato, dolcemente eccitante, caliente. Come la Miss Acacia di Jack, tutta flamenco e tacchi alti, maracas e nacchere, lunghe ciglia brune e seni pesanti. Simile a una musa di Modigliani: il collo allungato, i fianchi larghi, i capezzoli come ciliegie, gli occhi a mandorla, lo sguardo languido e senza colore. Era un grande pittore, Modigliani, e aveva capito tutto. Era lui ad avere detto: Non disegnerò i tuoi occhi, fino a quando non conoscerò la tua anima. Più sveglio e lucido di Jack, già sapeva che non l'avrebbe conosciuta mai, secondo me. Il funzionamento dei cuori delle donne è un mistero: non vanno neppure a benzina, anche se i prezzi del petrolio sono saliti alle stelle. Strane creature gli esseri umani. Cercano pericoli al di fuori di sé, quando il pericolo mortale più grande ce l'hanno proprio nel petto. Che batte, ticchetta, strepita. I protagonisti di questa storia fanno discorsi da grandi con ancora la voce dei bambini e – impacciati, infantili, su una giostra tutta curve di prime volte – filosofeggiano, a parole loro, della più grande delle serrature da scardinare. Si rispondono intonati come aBroadway, sono bizzarri e pittoreschi, piccoli, ma hanno il cipiglio stanco dei protagonisti del tragico Blue Valentine. Bambini con le rughe d'espressione. La penna dell'autore dà loro vita come fece il Creatore con Adamo ed Eva nel giardino dell'Eden. Dipinge per loro cieli di tempera e colori ad olio, li incastona in una meravigliosa e delicata poesia, li studia come pesci comunissi, ma dalle sfumature variopinte, finiti in una bolla di vetro. Un romanzo surreale, intimo, curioso. Se in positivo o in negativo, tocca al lettore deciderlo. Io non ho nemmeno lontanamente dubbi, anche se avrei preferito non sapere cosa la venuta dell'E vissero per sempre felice e contenti avrebbe riservato. Quando una bella favola finisce, e la realtà ha inizio. "Il mio cuore fugge dal suo involucro-prigione. Vola attraverso le arterie, si sistema dentro il cranio per diventare cervello. In ogni muscolo e fino alla punta delle dita, il cuore! E un sole feroce, dappertutto. Una malattia dai riflessi rossi. Non posso più fare a meno di lei." Il mio voto: ★★★★ Il mio consiglio musicale: Matteo Becucci feat. Elisa Rossi – The Power of Love (Frankie Goes to Hollywood)
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