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Recensione a basso costo: La Sogneria, di Andrea Storti

Creato il 18 settembre 2013 da Mik_94
Ebbene, il fine principale dei sogni è quello di donare uno scopo e, di conseguenza, la felicità, perché la felicità non è altro che un senso di aspettativa per qualcosa.
Recensione a basso costo: La Sogneria, di Andrea Storti Titolo: La Sogneria Autore: Andrea Storti Editore: Lettere Animate Editore Formato: Ebook Numero di pagine: 63 Prezzo: € 1,99 Sinonimi: L’autore conduce il lettore in un mondo incantato, dove la perdita della connotazione spazio temporale diventa strumento per coinvolgere quanti si affacceranno a questo romanzo in un’atmosfera fiabesca, ricca di sfumature facenti riferimento a una letteratura fantastico/paradossale. Il mondo dei sogni, da sempre considerato quanto di più effimero e intangibile, assume in questo romanzo una dimensione reale e vendibile. La Sogneria diventa la metafora di una felicità ritrovata da una popolazione che ha perso la capacità di sognare, dove il sogno non è limitato a essere ospite dei dormienti, ma importanza primaria dell’esitenza.                                    La recensione Recensione a basso costo: La Sogneria, di Andrea Storti Dalle mie labbra uscirà più spesso questa solita frasetta che il mio nome, ma tant'è: che strane le coincidenze. Davvero! Giusto qualche giorno fa, un'amica blogger mi chiedeva, per un suo giveaway, cosa fosse la magia e se ci avessi mai creduto. La risposta alla seconda domanda era ovvia: certo che ci credevo. A diciannove anni, così come a dieci. Ma cos'era, per me? Avevo scritto una lista di cose – molto poco magiche, eppure così essenziali ed importanti – che più o meno faceva così. C'è magia quando, con l'animo in pena, aspetto l'arrivo di un corriere che proprio non vuole passare sotto il mio portone. Poi suonano al citofono: volo dalle scale in pantofole e pigiama, un signore tutto affaticato mi fa firmare e io, tutto contento, ho un nuovo libro che mi fa compagnia. C'è magia quando l'orologio segna la doppia ora e io sono sicuro che qualcuno, lassù o in un altro posto altrettanto irraggiungibile, abbia piani misteriosi per me: Google e Yahoo! Answers certificano. C'è magia quando, davanti a un cartone targato Disney, sento il mio cuore diventare grande grande e il mio corpo farsi piccino piccino. Dopo la lettura del breve romanzo d'esordio di Andrea Storti – saggio e responsabile papà del blog Le mele del silenzio – potrei aggiungere un'altra voce alla lista: perché c'era magia, per una volta, anche tra le pagine impalpabili e gelide del mio Kobo, con me immerso – in tutto il mio metro e settantacinque scarso – nella lettura di La Sogneria. 63 pagine appena che sanno far tanto. Parlano di sogni e, forse, in esse brucia il fumo colorato e profumatissimo che brilla nelle sfere trasparenti della bottega tanto speciale del simpatico Signor Cioccomenta, che tutti voi potete trovare, quando vorrete, al n°3 di Piazza delle Falene o sul meno esotico Amazon. In un'epoca in cui l'inquinamento, la malvagità e le invidie hanno imprigionato i sogni, lui si spinge a realizzare i desideri di tutti - uomini e donne, giovani e vecchi. In una piazzetta piena di casupole sbilenche e di strade acciottolate, in un angolo di mondo che ricorda nostalgicamente la nostra amata Diagon Alley, egli apre una Sogneria. Fabbrica, progetta, pesa e vende sogni a buon prezzo. Ha un locale dalle vetrate luminose, un bancone spazioso e tirato a lucido ed un adorabile carlino come usciere ed aiutante part-time. Come accadeva in Chocolat, quel borgo un po' triste si risveglia di colori che, puntualmente, si trovano a fare pendant con il sempre in voga verde speranza. Ma, quando si parla di sostante fragili come i sogni, non vale il comodo motto “Soddisfatti o rimborsati”. E un cliente arrabbiato con il mondo e sì, decisamente insoddisfatto, è un pericolo che il paffuto e giocondo protagonista non aveva calcolato. Inizierà una guerricciola di quartiere a colpi di dispetti e rara bontà, tra mercanti che propongono ai loro acquirenti merci decisamente agli antipodi: sogni ed incubi a seconda delle occasioni e dei perché. Recensione a basso costo: La Sogneria, di Andrea StortiBene e male, anche in tempo di crisi economica e morale, hanno lo stesso prezzo e lo stesso peso: siamo noi, con il Destino che ci dà una spintarella leggera, a decidere da che parte oscillerà l'ago della bilancia. Andrea, lettore onnivoro ed entusiasta, firma un tenero esordio che si rivolge al pubblico più attento e severo di lettori: i nostri bambini. Scelta coraggiosa e originale, esattamente come questa piccola e deliziosa novella che, in un calderone di rame e oro, aggiunge un pizzico di Lyman Frank Baum, concentrato di J.K Rowling, glassa riderella di Roald Dahl. Storie nuove e vecchie, in cinema scope e in 3D, in bianco e nero e a colori sgargianti... La sua prosa è piacevole e morbida; la sua trama è facile da seguire e talora piacevolmente semplice da prevedere; i suoi personaggi saltellano sulle loro gambine tozze o sui loro piedoni grandi, sporchi, brutti e cattivi, tra fantastiche avventure e dinamici capitoli. La Sogneria è una gita nottura e sotterranea, in mezzo a tunnel alla Goonies rischiarati dal candore dell'immaginazione più incontaminata e a porte sospese sul confine del sogno (e dell'incubo!) nello stile unico di Monsters & Co. Come la mitica Melevisione che guardavo da piccolo, su Rai Tre, anche La Sogneria ha il suo buon Tonio Cartonio a condurre l'incantevole show di turno. E' una macchina magica e buon gustaia che si nutre di mele glassate, barrette di cioccolato al latte, tè inglese e invitanti squisitezze simili. Ma non vi preoccupate per il vostro peso forma: si corre parecchio, e in lungo e in largo, all'inseguimento di un inquietante alano nero e delle vesti turchine e vaporose della bellissima Regina dei Sogni! Per una volta, inoltre, ho trovato che l'oggettiva brevità del racconto non fosse un difetto di fabbrica, ma un pregio introvabile altrove. Andrea Storti ha firmato una storia della buonanotte come se non se ne leggono più da secoli remoti. Forse la dimenticherò in fretta, ma forse, altrettanto in fretta, troverò una scusa come un'altra per rileggerla ancora e ancora. Da solo, o a nipotini, fratellini e figli – ipotesi lontana lontana, quest'ultima, almeno quanto il castello abitato dai principi azzurri e dalle principesse in rosa delle fiabe antiche – che, per una sera, con me che leggo a voce alta alla luce delicata di un abat-jour di Mickey Mouse – avranno il permesso di andare a letto un po' più tardi. Solo e soltanto quando la storia sarà finita. Il mio voto: ★★★ + Il mio consiglio musicale: B.o.B - I've Got The Magic in Me

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