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RECENSIONE A CALDO – Annabelle

Creato il 03 novembre 2014 da Fabioeandrea

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Questo film doveva essere affidato a James Wan ma lui ha detto ai produttori di andarsi a fare un brodo (sì, sì, ha detto proprio così, ne sono sicuro) e ha affidato questo spin-off/sequel al suo direttore di fotografia, anonimo John R. Leonetti.

Un regista che fa parte di quella categoria di registi che io definisco “biodegradabili”. Nel senso di figure professionali estranee alla regia che, dopo che essere state usate come registi, si scioglieranno nell’ambiente hollywoodiano senza lasciare alcun residuo di memoria! Allora, siamo rapidi in questa recensione. È un film d’orrore come tanti che sforna l’America ed è un film d’orrore che malgrado provenga da The Conjuring non ha assolutamente lo stesso stile audio-visivo, né la stessa filosofia… E questo perché è fatto da una persona che evidentemente non aveva capito il senso della saga cinematografica nella quale si è andato a ficcare o è stato ficcato. Tanto per cominciare, si tratta della storia di uno degli oggetti maledetti dei coniugi (realmente esistiti) Warren, occultisti, esorcisti e tutto quello che finisce con la desinenza –isti ma applicata al soprannaturale. Loro non sono presenti, ma la bambola che noi abbiamo intravisto in The Conjuring, la deliziosa Annabelle che su Facebook mi fanno notare assomiglia spaventosamente ad Alessandra Amoroso, sì.

RECENSIONE A CALDO – Annabelle

RECENSIONE A CALDO – Annabelle

Anni Cinquanta, un marito la regala alla moglie, ma i loro vicini di casa fanno parte di una setta satanica e usano la bambola per evocare un demone. Fin qui, interessante… poi la storia scivola irrimediabilmente nel palloso, andando incontro a una brutta fine, molto sottotono (amor de mi vida, sei il mio angelo a farmi da guida, questi solo quelli della mia epoca, degli Anni ’90, la capiranno), che si poteva benissimo risparmiare. Le scene di paura, due o tre, ci sono. Esistono. Su tutte, quella del diavolo sul soffitto e quella della bambina che corre verso la casalinga disperata diventando di colpo adulta.

RECENSIONE A CALDO – Annabelle

E sì, sono le uniche due scene che ti inducono a smozzicarti le unghie per l’ansia e l’atmosfera prodotte. Ma tutto finisce qui.

Fabio Secchi Frau


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