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RECENSIONE A CALDO – Interstellar

Creato il 17 novembre 2014 da Fabioeandrea

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Se non scrivo rapidamente qualcosa su Interstellar, è possibile che ogni riflessione che ho fatto da quando l’ho visto a oggi, cada verso l’oblio, perché la mia memoria, recentemente, è un colabrodo e no, non è per colpa delle droghe che assumo. Non offendetele. Ho solo poco tempo e tantissime cose da fare.

Sarò rapido e indolore, tranquilli… Lo diceva anche il mio parroco a noi dell’oratorio.

A differenza dei miei colleghi critici cinematografici, come sempre, le mie recensioni almeno in questa dimensione, che è limitata dai confini virtuali di questo blog (eh sì, amo anche essere ogni tanto in esilio qui), non devono essere professionali nella scrittura… e quindi posso eccedere nel minchionismo più puro. Scusatemi, se qui si parla di cinema… ma si parla di cinema come dico io e non come fanno tutti gli altri!

Tanto per cominciare, sono infastidito dai commenti di chi, questo film, lo ha criticato tanto come se dovesse per forza essere criticato. Ebbene sì, c’è un bruttissimo fenomeno nel giornalismo cinematografico italiano (e a quanto pare anche non in quello, Andrea ha portato alla luce alcuni casi in quello inglese e americano) in cui, quando un film ha successo ma è un film di qualità e difficile da comprendere per le menti più semplici, se ne debba automaticamente parlare male (vedi il caso La grande bellezza).

Per Interstellar, è stato applicato lo stesso trattamento. Mi fa piacere? No, ma vi vorrei vedere tutti morti se lo fate.

Lodano pellicole come Man of Steel, che io ho visto una volta e ho giurato che non vedrò mai più perché fa ACCAPPONARE LA PELLE e sto veramente male al solo pensiero che esca un sequel (o altri sequel) e poi bollano Interstellar come un titolo terribile, perché è troppo poco movimentato…

A questo punto, è chiaro che queste persone preferiscono far affogare il loro cervello nell’intorpidimento mentale piuttosto che seguire e meditare su ogni battuta (e quindi su ogni informazione) che il film dà allo spettatore. E quindi, non potendo sostenere il peso di un’intelligenza audio-visiva che è superiore alla loro, fanno del chiacchiericcio ostile verso la loro pellicola, principalmente a mezzo internet. Questo è il prezzo che paghiamo in questo selvaggio e pazzo world wide web! Lo so, è difficile tenere il passo, ma se rimanete indietro vuol dire che certi film non fanno per voi, perché significa che il vostro cervello non è sviluppato al punto da poterli capire e analizzarli. Ed ecco spiegato come nascono le cattive critiche di un film che è abbastanza buono come Interstellar e trattasi di una semplice pellicola di fantascienza. Non è eccelsa, lo ammetto anche io, è piuttosto semplice nella sua struttura narrativa e nelle sue immagini… ma non è nulla di più che una semplice pellicola di fantascienza. E se pensavate che Nolan fosse un genio, beh, forse sopravvalutavate Nolan… e la colpa è la vostra, in questo caso.

In molti, si sono profusi in articoli riguardo alla scienza di Interstellar, dicendo che le proprietà dei buchi neri non sono proprio quelli, che non si può fare avanti e indietro e avanti e indietro nel tempo (uso in gergo terra terra, tanto per chiarirvi la cosa…), ma non si guarda alla totalità, non si parla SOLO del film in quanto film. Non siete delle cime in scienza, quindi le vostre recensioni in merito non sono credibili… E non lo sono neanche io, quindi mi astengo da qualsiasi giudizio scientifico sulle teorie applicate a Interstellar (che ve lo devo dire io che non siete Einstein e che fareste bene a mettervi un tappo in bocca???). Tanti altri hanno detto che il film è troppo buonista e questo buonismo offende la loro mente. Quindi, il succo è che il film non vi è piaciuto perché ha un piano emotivo superiore a quello razionale? Ma voi siete le stesse persone che ogni domenica mi riproponete le interviste di Fabio Fazio a Che tempo che fa tipo peperonata il giorno dopo.

Ma chiudiamo la sezione: “Cosa dicono gli altri di Interstellar” e apriamo “Cosa dico io di Interstellar”.

Io sono uno di quelli che non si è sentito avvelenato, annoiato, irritato dalla pellicola di Nolan… Per me, il meccanismo narrativo cinematografico (che è quello che studio da anni e quello di cui maggiormente mi occupo, sia come sceneggiatore che come critico, assieme allo studio della recitazione usata dagli interpreti) era una perfetta bomba ad orologeria. Solida, ben strutturata. Si potrebbe quasi dire che era stabile e funzionale come il robot TARS. Emotivamente, sì, lo ammetto, la pellicola si compone di lamenti, di gemiti senza fine che echeggiano dalla Terra fino alla fine dell’Universo, ma perché è un trip fra galassie con annessa storia di un padre e di sua figlia, una loro storia d’amore che ci crediate o meno. A molti questi due personaggi sembravano ridicoli, a me sembrano normali. Forse sì, forse come suddetto, un po’ troppo smielati ma… se vostro padre o vostra madre sparisse ora e non ne sapeste più nulla… ma non nello spazio, qui sulla Terra, non passereste forse anni interminabili ad aspettare un suo ritorno senza darvi pace? Non sentireste, anche con la barba grigia e le unghie dei piedi che si colorano di giallo, la sensazione che forse sì, può essere morto o forse no, può essere vivo, perché chissà… Non cerchereste di spendere ogni minuto della vostra vita alla ricerca di lei? Sperando che sia viva? Che ritorni? Indagando ogni minima traccia, ogni possibile strada ipotizzata? E allora, andate a farvi un brodo (e comunque, ho apprezzato e non poco la scelta di Ellen Burstyn come Murph finale!!!)

Quanto all’estetica del film, le immagini sono interessanti. Nolan ci ha speso su una tonnellata di soldi per affascinare lo spettatore con robot parallelepipedi, pianeti coperti d’acqua o di ghiaccio roccioso. Certo, il film non è Inception, non vi aspettate mattoni fatiscenti o un bouquet che esplode. Non siamo a quel livello. Qui ci sono solo astronauti che rotolano nelle tute spaziali e il ticchettio dei propulsori (roba che in fin dei conti abbiamo visto in milioni di altri film… ma ehi, è lo spazio, cosa vi aspettavate?). Sono immagini forti, ma non evocative e nessuna di queste vi rimarrà nella memoria… Forse l’onda. Sì, forse l’onda gigantesca creata dagli effetti speciali quella sì.

Inoltre, mi mancava Anne Hathaway. Ero preoccupato per la sua carriera post-Oscar, perché beh… qualcuno dice che ha fatto già il suo tempo, quando invece secondo me ha ancora parecchio da dare al cinema ma, deve scegliere bene i film che dovrà fare nel futuro… e, fra l’altro, Interstellar mi è parsa proprio una buonissima scelta.

L’unica, se posso, cosa che mi ha irritato in tutto il quadro generale è la fottutissima musica di Hans Zimmer… e io mi chiedo MA PERCHE’ CAZZO OGNI VOLTA CHE SI GUARDA UN FILM DI FANTASCIENZA POST 2001 – ODISSEA NELLO SPAZIO CI DEVE ESSERE DELLA MUSICA CLASSICA QUNADO SI FANNO RIPRESE DELL’UNIVERSO PROFONDO?!?

Fabio Secchi Frau


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