Ho sentimenti contrastanti per il film di Andrea Segre La prima neve.
Sono andato al cinema fiducioso di essere catturato da qualcosa, ma purtroppo, in realtà in quei 104 minuti che lo compongono avrei fatto meglio a rivedermi Io sono Li, il suo film precedente. La prima neve rompe (ma mica tanto) il quieto vivere di un nevoso e immacolato Trentino con un’altra storia da emigrato, stavolta di tratta di un congolese…
Fra atti di incoscienza da parte del piccolo (altro) protagonista, abbiamo l’ennesimo rapporto complicato e non fra italiani con stranieri. Ma il raptus dell’azione manca. Dove. È. La. Benedetta. Unità. Di. Azione. Quindi, il film è VUOTO. Andrà tutto bene o quasi, lo capiamo fin da subito, ma il film non graffia nell’attesa del traguardo finale e passano mezz’ore senza che nulla succeda. Tutto sembra essere al suo posto, peccato che le troppo generiche configurazioni della sceneggiatura spingano lo spettatore a una pausa sonnellino. Il tutto nonostante il buon cast di comprimari (Anita Caprioli e Giuseppe Battiston) che entrano nella storia, cercano e non riescono a risolvere i loro problemi.
A me è verrebbe voglia di riavviare il film e di rifarlo con gli stessi protagonisti ma nuovo di zecca. , dove tutto è a posto, ma troppo generico nelle configurazioni di una sceneggiatura che c’è e non c’è.
Insomma, film non pervenuto.
Niente panico. Nessuna psicosi. Noia a vomito.
Cancellato dalla mia testa.
Solo uscendo dalla sala e dopo questo reset, il sangue torna a circolare nelle arterie.
Sto ancora rifacendo il backup… e il prossimo film di Segre, forse, lo eviterò.
Fabio Secchi Frau