
La recensione
“Come l’arcobaleno in una criniera” è il romanzo di Paola Iotti che oggi cercheremo di presentarvi.
Una donna incontra due cavalli, Orizzonte e Stracciatella, e la sua vita cambia inaspettatamente.
Scopre una passione che probabilmente aveva sempre nutrito e soprattutto un legame che la vincola in una maniera inesorabile, quasi ossessiva. Ma è giusto pensare che sia ossessione? O è solamente puro amore?
La nostra protagonista prova una grande empatia inizialmente verso Orizzonte, e colma l’assenza di un uomo al suo fianco con la presenza, costante e irrinunciabile, quasi morbosa, del cavallo. Scopre così un mondo che noi spesso diamo per scontato o quantomeno non ci soffermiamo ad analizzare: quello degli animali in generale e quello dei cavalli in particolare.
Ma fino a quando questa amicizia – o amore – potrà durare? Ci sarà un distacco? E se sì, quanto sarà difficile elaborarlo?
L’autrice ci descrive i sentimenti e le azioni sia della protagonista che dei cavalli, e pare che tra loro ci sia una certa armonia, una vera e propria sintonia. Non servono le parole per comunicare, bastano dei gesti.
Paola Iotti scrive un romanzo intero basato sul rapporto uomo-animale senza diventare ridondante, anzi tessendo una trama appassionante e commovente. È commovente per le vicende narrate, per le vicissitudini che si trovano a provare sulla propria pelle i personaggi, ma anche per il legame che li unisce. Il lettore sorride e riflette su qualcosa su cui mai, forse, avrebbe scommesso di riflettere. Ci sono delle emozioni che si provano non soltanto tra gli uomini, ma anche tra uomo e animale. E le emozioni vengono prima di tutto.
Il richiamo esercitato dai destrieri è potente: una malia che penetra nell’animo di chi li ama e ne subisce il fascino irresistibile.
Con questa frase la Iotti ci dice tutto, ci spiega cosa unisce la protagonista all’animale.
L’autrice descrive moltissimo e non lascia spazio a discorsi diretti (se non di rado), perché le interessa raccontare andando a scovare nei sentimenti più remoti del lettore. Vuole trasmettere qualcosa, ma probabilmente anche insegnare, perché spesso alcune frasi assurgono a valore pedagogico. Ampie righe vengono invece dedicate alle sue riflessioni filosofeggianti, che si possono o meno condividere, ma che comunque presentano una buona solidità. A giudicare dall’accuratezza di determinate parti e alla precisione di alcuni dettagli relativi al comportamento dei cavalli sembra che Paola Iotti abbia vissuto determinate vicende o comunque sia ben informata.
L’autrice ci ha chiesto un’opinione sincera sul romanzo. Al di là della canzone citata nel romanzo (un senso di Vasco Rossi) che fa sicuramente acquisire punti, a nostro avviso è ben riuscito. È innovativo nel tema trattato e interessante. Forse un po’ troppo specifico e incentrato sull’argomento, rischia di essere letto solo da chi voglia interessarsi a qualcosa di diverso dal solito o agli amanti degli animali.
Speriamo non sarà così, perché il romanzo vorrebbe andare oltre, ed essere una metafora della rosa di sentimenti – come già in maniera simile Sepùlveda ha tentato di tracciare – che si possono provare nella vita.
Recensione a cura di Dylan Berro e Laura Bellini
