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RECENSIONE A FREDDO – Anni Felici

Creato il 19 marzo 2014 da Fabioeandrea

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Storia di una famiglia disfunzionale! (perché sono pur sempre uno che ha studiato psicologia nel fiore degli anni… e per tutti quelli che sono seguiti!!!) e qui mi fermo perché, alla fine, non c’è molto altro da scrivere. Tutto qui, mi dite? Liberi di smettere di leggere questo articolo, eh!

Il padre (Kim Rossi Stuart) è un artista degli Anni Settanta falso come una banconota del Monopoli, la madre (Micaela Ramazzotti) è una borghesuccia-mezza-popolana tontolona, i figli (due bambini che sembrano presi dalla campagna pubblicitaria di Pittarello) sono il fiero risultato di quel poco che c’è di buono di entrambi, quando non stanno litigando fra di loro… Metteteli insieme e avrete un film con delle buone carte da giocarsi.

RECENSIONE A FREDDO – Anni Felici

Scritto e diretto da Daniele Lucchetti, Anni felici è molto buono ma, poco graffiante.

Ora, una cosa che i nostri cari critici cinematografici si dimenticano di dirvi spesso, quando identificano queste pellicole con il termine di “commedie all’italiana”, è che la cosiddetta commedia all’italiana non esiste più. Sono, invece, tantissime le commedie italiane. Ma proprio tante! Perché… diciamo che il loro tempo è finito ed è più facile trovare una collocazione in sala per un genere meno impegnativo…. Ok, mi spiego. Abbiamo la commedia all’italiana: un filone di pellicole cinematografiche di commedie amare che furono dirette solo e unicamente dagli Anni Cinquanta ai Settanta. E poi abbiamo una lunghissima sfilza di commedie italiane. Classificare questo film di Lucchetti come appartenente alla prima categoria, è errato per definizione… con tutto il rispetto per la meravigliosa e (credo) poco conosciuta ultima opera del regista romano. Scusate lo sfogo, oggi devo essere in modalità odio imperituro.

Va detto che Anni felici richiama qualcosa di questa tipologia di genere cinematografico, anche se è essenzialmente più vicino al dramma… che viene solo sfiorato ma, mai affrontato… E non ha una conclusione amara o sarcastica.

Insomma, come sempre è una questione di poco studio cinematografico da parte di chi scrive… dannata branchia di nicchia che non sa neanche dove è seduta… Cioè tu passi la vita sui libri di cinema e a guardare otri ripieni di film, dimostrando al mondo che sai di quello che parli… poi arrivano questi… E Amen! Mannaggia a loro!

Ma stiamo ancora parlando di Anni ribelli? No. Quindi…

Micaela Ramazzotti la preferisco quando è diretta da Paolo Virzì ma, ha comunque una buona recitazione. Certo, il suo personaggio non è il personaggio femminile del millennio ma, lei fa il possibile per portare il lavoro a compimento… E ci tengo a precisare che quando la vidi per la prima volta in Zora la vampira, con quella voce da corvo, stavo per dare fuoco al cinema, non prima però di aver messo al sicuro le preziose locandine che conteneva… Sapete, sono un uomo che ha poche certezze nella vita e tra queste ci sono la preziosità delle locandine cinematografiche.

Fantastico Kim Rossi Stuart! Incredibilmente ipercritico, sempre al centro di continue crisi isteriche, è meno hippy di quanto si possa immaginare. Lo si ADORA! Più che un tunnel di genialità artistiche, una rotonda di tradizionalismi.

Notevolissime anche Benedetta Buccellato, nel ruolo della fastidiosa Nonna Marcella che tratta a pesci in faccia il figlio, e Martina Gedeck, la cui classe recitativa saffica andrebbe trattata con guanti di pizzo. Davvero! Danno due buonissime performances.

Quasi in sordina, purtroppo, le musiche di Franco Piersanti.

Fabio Secchi Frau


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