Se ne sentiva la necessità? Un po’ sì e un po’ no. Ma poi quando lo vedi dici «Mmm. Poteva andarmi peggio.»
La storia di Belle e Sébastien, che noi italiani conosciamo principalmente per il cartone animato giapponese omonimo con dolcissima sigla annessa … Canta con noi trrrrrrr meglio che puoi trrrrrr canta insieme a noi viva viva i nostri eroi, viva Belle e Sebastien … ma che prima di quella dimensione è stato originariamente una saga di racconti firmati da Cécile Aubry e poi uno sceneggiato, diventa un film francesissimo (e grazie a Dio non la solita cagata americana con degli impicci allucinanti che non stanno né in cielo né in terra e che ti danno persino l’impressione di essere un cretino per aver pagato 7 euro per vedere un film).
Allora, non avendo mai visto la fine del cartone e curiosissimo di sapere com’è andata a finire la storia di quel cagnone gigante, del bambino che scappa assieme a lui e di quell’altro cagnolino microscopico che li segue sempre, mi sono catapultato al cinema e sono riuscito a mettere fine agli enormi questiti che mi attanagliano l’anima dall’età infantile. IL CANE MUORE? I TEDESCHI FUCILANO IL BAMBINO? IL CANE E’ UN ALIENO INTERGALATTICO CHE DARA’ UNO SCETTRO A SEBASTIEN PER FARLO TRASFORMARE IN UN CANTANTE FAMOSO?
Devo dire che, nonostante avessi familiarità con personaggi e trama, ho trovato il film scritto in maniera abbastanza affidabile e interessante. Insomma, in parole povere, non è una fregatura ma, la cronaca di un’amicizia fra animale e uomo e, successivamente, anche la cronaca di una fuga per la libertà.
Non si sente puzza di inculata cinematografica.
Regia, ahimè, puramente tecnica. Non che dovessero contattare Luc Besson, ci mancherebbe ma, mi aspettavo una regia che fosse leggermente più di stile e meno al servizio della pellicola.
Gli attori stanno sinceramente nella parte e nessuno rasenta il pessimo… neanche il cane che recita come un cane…
Questa era fredda come la morte. Vado a nascondermi.
Fabio Secchi Frau